Un piccolo mondo antico di saperi e sapori che si fa catarsi per sopravvivere alla brutture del quotidiano, uno spazio in cui sembra sopravvivere l’Irpinia contadina, la memoria del territorio. E’ la mostra di Domenico Lonardo conclusasi lo scorso 6 dicembre al Circolo della stampa di Avellino. Un viaggio alla ricerca delle “radici” in cui l’incisività del disegno diventa centrale, in cui le tinte pastello diventano strumento per raccontare un universo perduto, per far rivivere l’armonia perduta. Una pittura genuina ma capace sempre di trasmettere emozioni. “Si avverte – scrive Mario Guarini – una insaziabile volontà da parte dell’artista di affermare l’uomo, così come una ebbrezza di fronte alle cose della natura, affrontate sempre con dovizia descrittiva, che in molti casi raggiunge livelli calligrafici”. La natura diventa così protagonista raccontando scorci di paesaggio, presentandoci artigiani a lavoro nella loro bottega, mandrie al pascolo, contadine intente a sbucciare le pannocchie o suggestive nature morte, un universo dominato da fatica, lavoro nei campi, semplicità di sguardi e sentimenti. E sembra quasi che quelle scene siano pronte a materializzarsi davanti allo sguardo dello spettatore.
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