Un nuovo umanesimo sociale

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Il prevalente interesse dei media sulla nuova fase epidemica del coronavirus nel corso delle ultime settimane ha collocato, senza volerlo, in seconda fila della scala comunicativa l’ultima enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. Sono tante le considerazioni, le valutazioni, gli apprezzamenti suscitati, non solo in ambito ecclesiale, ma anche in quello sociale e politico. Personalmente, credo con sommessa intuizione, che il periodo della quarantena, come è sempre avvenuto nella piccola e grande storia dell’umanita’, si è sempre rivelato come un momento di grande e feconda riflessione e di felice incubazione di messaggi significativi di straordinari personaggi come papa Francesco. Infatti quello contenuto nella enciclica di Francesco è un messaggio universale scaturito ed incarnato nella grande statura del santo di cui porta il nome di pontefice. ”Fratelli tutti” è una lettera indirizzata’ al mondo intero, a “tutte le persone di buona volonta’ al di la’ delle loro convinzioni religiose” in un momento globale di assurdi egoismi, di deliri di onnipotenza senza limiti, di paure diffuse per pericoli preavvertiti e inavvertiti. Il quadro profetico e concettuale dell’enciclica è l’auspicata forma di vita dal sapore evangelico praticata e predicata da Francesco d’Assisi. La fraternita’ e l’amicizia sociale costituiscono i pilastri portanti di tutta l’architettura profetica dell’enciclica stessa. E’ una enciclica sociale, come lo stesso pontefice ha sottolineato, nel quadro di una linea di magistero sociale iniziata da Leone XIII con la “Rerum Novarum” del 1891. Magistero sociale che ha trovato sintesi attualissima nella “Laudato si” con losforzo sistematico di connettere al tema dell’ecologia, dell’antropologia anche quello dell’economia, della politica e dei nuovi modelli di sviluppo. Fraternita’ e amicizia sociale sono parole-seme rivolte e affidate ad un terreno globale da dissodare, spesso inaridito dagli egoismi, dalle guerre diffuse, dal consumismo sfrenato e dai “mondi chiusi”. Sono semi di speranza, ma anche di concreta generativita’ di vita e di bene comune. Fraternita’ e amicizia sociale sono parole non solo cristiane, ma laiche e rivoluzionarie perchè sono parole che afferiscono alla comune sfera dell’umano , sfera che non conosce orpelli o barriere ideologiche. Sono parole usate male e interpretate nel peggiore dei modi, come le fedi religiose, perché male è stato avvertito il sentire del popolo, delle sofferenze di tanti popoli afflitti e dimenticati dai potenti del mondo. Il valore attualissimo dell’amicizia sociale è invocato dalla necessita’ di costruire insieme un progetto di un nuovo umanesimo sociale e planetario, fondato sul dialogo, sulla capacita’ di rispettare il punto di vista dell’altro, a partire dalla sua identita’ e dal suo prezioso contributo. E’ uno sforzo, quello dell’amicizia sociale, che consente la costruzione di una carita’ sociale e politica che si traduce nella buona politica, via maestra per ogni progetto di sviluppo integrale delle nostre comunita’. I 287 paragrafi dell’enciclica costituiscono un vastissimo ed attualissimo orizzonte tematico che fa impallidire le tante piste politiche degli attuali reggitori dei popoli del nostro villaggio globale, afflitto e sofferente.

di Gerardo Salvatore