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«Non sento più parole, da parte delle deputate, sui grandi temi del nostro tempo. Non sento più parole nei talk show,  nelle sedi politiche e istituzionali. E questo mi fa paura».

L’onorevole Alberta De Simone riflette sulla crisi della politica e della rappresentanza, sul silenzio rispetto a questioni, ad esempio l’utero in affitto, per le quali,  invece, si sarebbero consumate aspre battaglie, fino a qualche decennio fa.

E’ solo uno delle tante sollecitazioni emerse a Sant’Angelo dei Lombardi, dove, giovedì sera, al centro culturale “Francesco saverio Matteo” presso il centro sociale Don Bruno Mariani, è stato presentato il suo libro, “Un insolito inverno”, edito da Liguori.

Forti le sollecitazioni alle giovani donne presenti in sala a vivere la stagione della partecipazione, come è stata vissuta negli anni ’50, e come viene raccontata nelle pagine del libro. Altrettanto deciso il suo appello nel rilanciare il ruolo della scuola, offesa e violentata nel periodo della pandemia, invece luogo in cui praticare l’uguaglianza e la crescita.

Il Covid, una delle dimensioni in cui si sviluppa la narrazione di Alberta De Simone, è stato uno dei punti di riflessione del sindaco Marco Marandino, che si augura nuove prospettive rispetto alla fragilità del nostro tempo. L’esperienza di donna, di militante politica, di docente, di amministratrice dei territori l’ha ripresa Rosanna Repole nel suo intervento, ricordando i traguardi raggiunti a livello nazionale come in provincia di Avellino.

Da quei due anni di pandemia, in quei mesi di isolamento, l’autrice ha messo su carta ricordi, pensieri, ha ricostruito percorsi e innescato dubbi, come donna, madre, donna in politica: una “diaroterapia”, ha detto nella sua analisi la professoressa Mariangela Vuolo, ricordando il lungo impegno nel tempo di De Simone in politica e al fianco delle donne. Una per tutte, il patto trasversale raggiunto nel ’96 per la legge non più contro l’onore ma contro la