Ennesimo incidente sul lavoro, l’Irpinia piange la morte di Raffaele Gregorio di Castelfranci

De Vito, presidente del Centro per la Formazione e Sicurezza in Edilizia della Provincia di Avellino: “L'unica salvezza,per evitare altre tragedie è la formazione“.

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Si allunga la lista delle morti sul lavoro in Irpinia. Un bollettino che si aggrava di giorno in giorno quello delle morti bianche in provincia di Avellino
Dopo il decesso, il 9 marzo  scorso a Pago del Vallo di Lauro, di un netturbino  caduto dal predellino posteriore del camion per la raccolta dei rifiuti, stavolta a registrare l’ennesima tragedia  è il comune di Castelfranci.  Raffaele Gregorio,  operaio di 52 anni, è morto  schiacciato da un camion che stava riparando in autofficina. Sul posto sono prontamente intervenuti i sanitari del 118, che purtroppo non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 52enne. L’uomo noto e stimato nella comunità di Castelfranci lascia la moglie e due figli.
In Campania gli infortuni mortali sul lavoro “pesano” nove punti in più rispetto alla media nazionale.La Campania è tra le regioni italiane a maggior rischio, con “settanta infortuni mortali rispetto a 1,6 milioni di occupati”.

 

In valori assoluti è la provincia di Napoli a registrare il maggior numero di incidenti mortali:27. In termini di incidenza, la provincia più a rischio è quella di Salerno con 21 morti rispetto a 332 mil addetti. A seguire Caserta (13 infortuni mortali su 226 addetti) e Avellino.

L’Irpinia si colloca al 40esimo posto della graduatoria nazionale con sei infortuni mortali rispetto a 144 mila addetti. In Irpinia 8 decessi (l’ultimo avvenuto  stamattina a Castelfranci), 1666 denunce di infortuni nel 2022. I dati Inail, dimostrano che in fatto di sicurezza sul lavoro c’è ancora tanto da fare. 

A confermarlo Edoardo De Vito, presidente del Centro per la Formazione e Sicurezza in Edilizia della Provincia di Avellino: “Purtroppo e con immenso dispiacere dobbiamo  constatare  l’ottava vittima sul lavoro in Irpinia. .

“C’è da dire, che abbiamo  focalizzato l’attenzione sulla Guerra in Ucraina,  che sta mietendo  migliaia di vittime. Ma anche questa  è una guerra, che i lavoratori affrontano, ogni giorno,  rischiando la vita. L’unica salvezza,  come ho già ribadito più volte,  è la formazione. Non è immaginabile che ancora nel 2023 ci sia chi esce di casa per guadagnarsi un tozzo di pane e rischia di non fare più ritorno”.