Il 9 dicembre 2023, il Governo ha approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge sulla sicurezza energetica (DL Energia). Secondo il Consiglio Nazionale dei Geologi, il DL Energia non ha fornito incentivi per il comparto domestico, nonostante lo stesso Decreto introduca una riforma delle agevolazioni per le imprese energivore (a forte consumo di energia elettrica), al fine di allinearsi alla disciplina europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022. Questo scenario si presenta in un contesto in cui, secondo dati Istat, i prezzi della produzione di gas e di distribuzione di combustibili gassosi sono aumentati in media del 182,5% tra il 2019 e il 2022. Tale incremento dei costi, evidenziato dall’Istat, potrebbe avere in futuro un ulteriore impatto significativo sulle bollette energetiche domestiche, sollevando interrogativi sulla mancanza di incentivi diretti per il comparto domestico nel DL Energia, nonostante le sfide economiche che le famiglie stanno affrontando.
Sull’argomento è intervenuto per il Consiglio Nazionale dei Geologi il Presidente Arcangelo Francesco Violo, che ha dichiarato: “Considerati gli elevati costi d’acquisto del gas naturale liquido (GNL) sui mercati internazionali, che inevitabilmente si riflettono sui costi in bolletta, ci saremmo aspettati un impegno più incisivo da parte del Parlamento nel considerare l’utilizzo del calore terrestre. Questa risorsa inesauribile, derivante dalla struttura geo-tettonica del nostro Paese, dovrebbe essere considerata come un’opportunità chiave nel contesto energetico. La geotermia rappresenta una fonte pulita e rinnovabile di notevole importanza, e ribadiamo la necessità di includerla in modo significativo nella discussione sulla diversificazione delle fonti energetiche”.
Le considerazioni di Paolo Spagna, Vicepresidente del Centro Studi del CNG, aggiungono prospettive interessanti alla discussione. La proposta di favorire la proroga ventennale dell’utilizzo delle acque ad alta temperatura (Alta Entalpia) per la produzione di energia elettrica trova consenso. In particolare, Spagna enfatizza la necessità di considerare anche altre forme di geotermia, come quelle a bassa temperatura (Bassa Entalpia); un approccio capillare all’installazione di impianti geotermici, capaci di soddisfare criteri di sostenibilità economica per le famiglie, potrebbe generare considerevoli vantaggi in termini di risparmio energetico. “È condivisibile – afferma – l’opportuno orientamento di favorire la proroga 20ennale dell’utilizzo delle acque ad alta temperatura (Alta Entalpia) per la produzione di energia elettrica, ma una capillare distribuzione sul territorio di impianti geotermici che soddisfino sotto il profilo della sostenibilità economica le famiglie, porterebbe consistenti vantaggi anche in termini di risparmio energetico”.
L’ampio utilizzo di impianti che sfruttano le acque a bassa temperatura, secondo Spagna, si affiancherebbe ai sistemi dedicati alla produzione di energia elettrica da fonti ad alta e media entalpia, e consentirebbe interventi su edifici mediante pompe di calore con impatti ambientali ed economici davvero minimi. “Infatti – continua il vicepresidente – mediante impianti che scambiano calore, senza alcuna interferenza ambientale e a bilancio idrogeologico invariato, è possibile il condizionamento degli edifici tramite semplici pompe di calore. In questo modo la ricaduta sulla produzione di energia elettrica, per 1 Mil di impianti entro il 2030, sarebbe davvero importante, in quanto scenderebbe nel breve periodo di oltre 6 TWh, per arrivare nel medio e lungo periodo ad oltre 65 TWh”.
Tale approccio, se implementato su vasta scala entro il 2030, potrebbe contribuire significativamente alla riduzione dei consumi energetici, rappresentando un passo importante verso una transizione più sostenibile ed efficiente nel settore energetico nazionale, una prospettiva richiamata anche dalle dichiarazioni del Consigliere CNG Coordinatore dell’Area tematica Materie Prime ed Energia, Emanuele Emani. “Attualmente, i costi per l’installazione di un singolo impianto geotermico a bassa entalpia – dichiara Emani – si collocano approssimativamente tra i 15.000 e i 20.000 euro. La possibilità di attivare incentivi fiscali, sotto forma di detrazioni distribuite su un periodo di 10 anni, potrebbe rappresentare un catalizzatore essenziale per accelerare la transizione verso pratiche energetiche più sostenibili.
Questo approccio – prosegue Emani – non solo ridurrebbe i costi iniziali per gli operatori interessati, ma darebbe anche un impulso significativo alla transizione verde nel nostro Paese. Gli effetti positivi sarebbero avvertibili in modo tangibile, contribuendo in modo sostanziale alla decarbonizzazione del settore energetico.”
Considerando il panorama attuale e le sfide legate ai cambiamenti climatici, è imperativo adottare misure concrete per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere fonti energetiche rinnovabili. Gli incentivi fiscali per gli impianti geotermici rappresentano un’opportunità concreta per sostenere questa causa, stimolando la transizione verso una società più ecocompatibile e resiliente.