Un’auto, un fenomeno culturale

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Ci sono auto che non sono solo un mezzo ma sono diventate un simbolo di un paese. Lo è stato il maggiolone Wolkswagen in Germania o la due cavalli in Francia. Qui da noi l’auto che cambia la vita degli italiani è la Fiat 500. Un’icona che ha attraversato sessant’anni di storia e costume, moda e società. Un’auto di successo, ma anche un fenomeno culturale. Presentata per la prima volta il 4 luglio del 1957. Costa 490.000 lire, tredici stipendi di un operaio, dieci di un impiegato. Due sedili e una panchetta posteriore. Ha una lunghezza inferiore ai tre metri. Alcuni dicono che ricorda un ovetto con una carrozzeria tondeggiante e il tetto interamente in tela. Velocità massima 85 chilometri all’ora. Le portiere si aprono a favore del vento. Per metterla in moto c’è una levetta vicino al freno a mano. Quando esce dallo stabilimento Mirafiori, in TV inizia Carosello. Le trasmissioni di punta della RAI dell’epoca sono “Il Musichiere” di Mario Riva e “Lascia o Raddoppia” di Mike Bongiorno. Il ’57 è l’anno in cui l’Unione Sovietica lancia nello spazio la navicella Sputnik con a bordo la cagnetta Laika, primo essere vivente a orbitare attorno alla Terra. È l’epoca della conquista dello spazio e con la 500, si va alla conquista dell’Italia. Le distanze si accorciano. Il tenore di vita degli italiani dopo la fame patita durante la seconda guerra mondiale sta pian piano cambiando. La busta paga di un operaio è di 40 mila lire al mese, un impiegato ne guadagna 90 mila. La politica è dominata dalla DC. Al Quirinale c’è Giovanni Gronchi e a Palazzo Chigi un democristiano che oggi in pochi ricordano: Adone Zoli. Solo più tardi nasceranno i governi di centrosinistra guidati da Moro. L’Italia è in pieno boom economico. Dal 1957 al 1961 le automobili raggiungono i due milioni di esemplari. L’Italia dunque si mette in moto, il benessere è sempre più a portata di mano, ed in breve tempo l’uso quotidiano della macchina diventerà una consuetudine. Persone che fino ad allora avevano vissuto solo nel proprio paese possono facilmente spostarsi da una città all’altra. C’è bisogno di nuove vie di collegamento e così il 19 maggio del ’56, prendono il via i lavori dell’Autostrada del Sole, un’arteria che, ultimata nel ’64, unisce il Nord con il Sud. Sempre a metà degli anni ’50 per la prima volta in Italia i lavoratori industriali superano i braccianti. L’Italia sta compiendo una rivoluzione importante che vede le campagne del Sud svuotarsi in favore delle città del Nord, dove le grandi industrie legate al mondo dei motori stanno crescendo coinvolgendo di conseguenza, grazie a una reazione a catena, tutte le medie e piccole fabbriche che gli ruotano intorno. La 500 è insomma il simbolo di un paese che si affaccia al benessere, che porta alla ribalta le classi meno agiate, che rende gli italiani “più uguali” accorciando il divario sociale. Diventa ed è un mito, tanto che la FIAT ancora oggi non rinuncia ad un nome che è uscito dalla cronaca per entrare nella storia del nostro paese. Come ha scritto Vittorio Foa “per molto tempo abbiamo pensato negli anni ’60 a come ridurre i tempi di lavoro, ma gli operai ci dicevano che dopo cinque giorni avevano bisogno di un giorno di riposo, il sabato, per poi potersi divertire la domenica. Tutti se ne andavano in macchina. Nasce il weekend, il mito del fine settimana. La macchina rende piccolo lo spazio e il tempo. È un periodo indimenticabile anche per quanto riguarda la libertà. L’automobile ha cambiato la vita degli uomini e delle donne in modo radicale rendendola più semplice”.

edito dal Quotidiano del Sud

 di Andrea Covotta