“Il tema del regionalismo differenziato, discusso ieri in Consiglio regionale, rappresenta un primo timido approccio della classe politica del Mezzogiorno su questo tema scottante che vuole il Nord “staccarsi” ancora di più dalla regioni meridionali. Siamo in presenza di elementi di anticostituzionalità che minano, con l’elusione degli articoli 117 e 119 della Costituzione, la tenuta democratica e solidaristica del Paese. Vanno garantiti i livelli essenziali in tema di diritti, sanità, assistenza, istruzione e trasporti e va garantita l’uniformità su tutto il territorio nazionale. Parlare di autonomia fiscale per accaparrarsi 32 miliardi di euro – questo è l’importo che si dirotterebbe verso le regioni del Nord – equivale a dire che le zone più ricche del Paese devono beneficiare da sole di servizi sociali e sanità più efficienti ma rappresenta una minaccia seria all’equità del Paese. Non si chiede assistenzialismo ma livelli di equilibrio verso le zone più deboli dell’Italia. Va evitata, insomma, una deriva secessionistica”.
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