Il terremoto dopo 42 anni, il prefetto Spena: la vera sfida oggi è la lotta allo spopolamento

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“Chiudere con la ricostruzione e dare alla città e alla provincia nuove prospettive di sviluppo”. E’ la sfida lanciata dal sindaco di Avellino Gianluca Festa nel corso della celebrazione dell’anniversario del sisma 42 anni dopo, con una santa messa, officiata da don Enzo De Stefano e la deposizione della corona al monumento di piazza del Popolo. Festa sottolinea la forte commozione nel ricordare quella sera “Noi siamo figli del terremoto, dalla tragedia agli errori commessi, soprattutto nel post sisma, nel processo di ricostruzione. L’impegno deve essere quello di non ripeterli per non farli pagare alla nostra comunità – prosegue Gianluca Festa – Vogliamo dare prospettive di sviluppo alla città e alla provincia, chiudere con i buchi neri e con la ricostruzione. Il sogno è  che il Comune torni simbolicamente a casa a Palazzo De Peruta. Alla fine di questo primo mandato, avremo dato una svolta alla vita cittadina, ricordando il terremoto ma allo stesso tempo lasciandoci alle spalle il passato”. Presenti alle celebrazioni promosse in collaborazione con i Lions le massime autorità religiose e civili, a partire dal prefetto Paola Spena, il questore Maurizio Terrazzi,  il vicario don Enzo De Stefano. E’ Spena a sottolineare il valore della memoria: “E’ una ferita importante che ha stravolto la vita dell’Irpinia, con  quasi 3000 morti e 9000 feriti. E’ stato un colpo fortissimo da cui l’Irpinia ha saputo riprendersi, seppur con fatica, traendo da quell’esperienza una lezione importante. Ha appreso un forte spirito di solidarietà e di accoglienza. Un sentimento emerso con forza quando si è trattato di accogliere famiglie che fuggivano dall’Ucraina o dall’Afghanistan”. Ammette che ci sono  “vicende che non hanno trovato ancora una fine amministrativamente. Dopo oltre 40 anni, effettivamente,  esistono ancora situazioni critiche che, tuttavia, le amministrazioni locali , anche alla luce delle indicazioni del governo centrale, stanno cercando di risolvere. Tanti sono stati i comuni che hanno ricostruito i propri paesi, rendendoli più attrattivi, sono luoghi in cui si prova a investire sul turismo e sullo sviluppo di nuove attività commerciali, enologiche e gastronomiche. L’obiettivo è quello di contrastare lo spopolamento e incoraggiare i giovani a restare, puntando su paesaggio e bellezza. Si tratta di una sfida che riguarda buona parte del Sud. Si tratta di temi sui quali si sta lavorando, penso al dibattito  su aree interne, polo logistico, mobilità digitale, tutti strumenti che potrebbero favorire il ritorno in Irpinia. E’ fondamentale per l’Irpinia inserirsi in circuiti nazionali, configurandosi come un territorio che attrae per un periodo più lungo. Al tempo stesso è centrale la questione del lavoro, è necessario rivolgere attenzione alle imprese, ci sono nicchie imprenditoriali di alto livello”.