Corriere dell'Irpinia

A braccia aperte, in piazza San Pietro a Roma i giovani dell’Azione Cattolica di Avellino

Anche l’Irpinia protagonista di “A braccia aperte”, promossa dall’Azione Cattolica Italiana, che ha riunito in piazza San Pietro oltre 80.000 persone, provenienti da tutte le diocesi d’Italia, per ascoltare la parola del Santo Padre. Protagoniste persone di ogni fascia di età: giovani, adulti, bambini, con storie e percorsi diversi, uniti nella partecipazione alla costruzione del futuro del Paese. Oltre 350 cuori giallo blu dell’Azione Cattolica diocesana di Avellino hanno palpitato nella piazza.

Papa Francesco ha sottolineato come «Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo: a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto. Quando l’abbraccio si trasforma in un pugno è molto pericoloso», ha sottolineato il Pontefice.

Per ribadire che: «All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo».

Quindi, ha invitato a riscoprire il senso e il valore degli abbracci. «L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana», ricordando come esistono tre tipi di abbraccio «L’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita».

Grande l’emozione dei giovani irpini, che hanno posto l’accento sulla chiamata del Pontefice “C’è bisogno di uomini e donne sinodali, che sappiano dialogare, interloquire, cercare insieme. C’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di “pellegrini di speranza”, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, uomini e donne capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi. Vi invito dunque ad essere “atleti e portabandiera di sinodalità”, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fatto fino ad oggi.ad essere “atleti e portabandiera di sinodalità”, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fino ad oggi”.

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