A Montefusco Figliolino presenta “Lo Ngiarmista”, rivive l’antica maschera di Montefusco

Il volume dedicato alla maschera montefuscana sarà presentato oggi a Palazzo Giordano

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Si fa fatica a capire chi afferma che il passato è ormai passato oppure che è puro romanticismo guardare indietro. C’è persino chi afferma che i particolari della storia
non hanno importanza per chi è proiettato nel futuro. Viene da chiedere: “Può un edificio sorgere senza le sue fondamenta?”. Bene, la storia rappresenta le fondamenta del futuro.
Senza conoscere il passato con le sue conquiste e i suoi errori non si può guardare a
un futuro migliore. Nasce da questa consapevolezzail volume di Gerardo Figliolino dedicato a Montefusco.  Oggi, alle ore 18 ,verrà presentato nel palazzo Giordano di via Pirro De Luca in Montefusco il suo ultimo libro “Lo Ngiarmista – La maschera di Montefusco” che ripercorre un aspetto del passato messo da parte dallo scorrere del tempo e sconosciuto alle nuove generazioni. Lo Ngiarmista di turno non avrebbe mai pensato che si sarebbero perse le sue tracce visto l’amore che metteva nel comporre lo Ngiarmo dal quale lui stesso prendeva il nome.
Era proprio negli ultimi giorni di Carnevale che, tra il 1700 e 1800, a Montefusco lo
Ngiarmista dopo un’accurata e attenta organizzazione entrava in scena per le vie del
paese con un’allegra combriccola di buontemponi che gli faceva da cornice. Questa maschera tutta montefuscana aveva proprie peculiarità nel vestire e nel
muoversi come le più note maschere delle varie località quali il Pulcinella di Napoli,
l’Arlecchino di Bergamo, il Pantalone di Venezia e cosi via. Suo compito era quello di scrivere e decantare lo Ngiarmo ossia unacomposizione satirica che prendeva di mira coppie di neosposi soprattutto se questi presentavano un’età avanzata o difetti fisici che suscitavano una bonaria ilarità.
“La scena – spiega Figliolino – si svolgeva tra le vie del paese per concludersi in prossimità della casa dei novelli sposi che potevano o meno gradire lo Ngiarmo. Nel primo caso si dava inizio ad una vera e propria festa tra canti, balli e fiumi di vino. Nel secondo caso, invece, lo Ngiarmista con la sua allegra combriccola doveva avere buone gambe per sfuggire all’ira degli sposi e dei loro parenti. Con il passare degli anni gli ngiarmi avevano come oggetto anche altri aspetti della vita di Montefusco quali la politica, la religione, le professioni e cosi furono presi di mira politici, sacerdoti, avvocati, medici, farmacisti e così via. A questa satira si dedicavano non solo la gente comune ma anche uomini di cultura e ricoprenti ruoli importanti nella vita sociale del tempo tanto da farne un vero genere teatrale. Fino ad oggi purtroppo dello Ngiarmista e dello Ngiarmo non si conosceva molto se non qualche spunto o accenno sparso qua e là tra pagine ingiallite che avevano magari come oggetto ben altri aspetti storici. Tutto ciò ha rappresentato per me una sfida di ricerca che ha portato alla pubblicazione di un libro con la speranza di poter far conoscere e magari far rinascere questa maschera. In fondo il futuro ha un cuore antico (Carlo Levi) e sta a noi far si che quel cuore speranzoso continui a battere per chi in lui crede ancora”.