A San Martino l’omaggio di Stravinsky alla duchessa Pignatelli

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Un concerto dedicato alla duchessa Melina Pignatelli. Si è ripetuto anche quest’anno l’omaggio dell’Associazione Igor Stravinsky con un appuntamento nella Sala grande del Castello Pignatelli della Leonessa a San Martino Valle Caudina. Protagoniste Nadia Testa, pianista avellinese, docente al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino insieme al soprano saprese Samantha Sapienza. Il concerto è stata anche l’occasione per celebrare l’anniversario della Divina Maria Callas a 100 anni dalle sua nascita. A rivivere le figure di Medea, Violetta, Tosca, Cio Cio San, Norma, Wally, Manon Lescaut. Un concerto dedicato a Melina e al Duca Giovanni, da poco scomparso, che per anni ha aperto le porte del Castello in occasione di questo concerto per ricordare non solo la mamma Melina ma anche la sorella Ornella.

A fare gli onori di casa il fratello del Duca Giovanni, Fabio Pignatelli insieme a Ramita, figlia del Duca.

Melina, artista, soprano e violinista, scultrice ha collaborato per decenni con la Presidente della Stravinsky, la pianista Nadia Testa, nella realizzazione di master classes internazionali rivolti a giovani musicisti emergenti che dessero la possibilità a tanti giovani di confrontarsi con musicisti e docenti internazionali.

Tra i docenti illustri i master classes hanno visto protagonisti i flautisti svizzeri Conrad Klemm (fondatore dell’Alexander Technique) e Jean Claude Masi; i pianisti Francesco Nicolosi e Carlo Alessandro Lapegna; le voci liriche di Elisabetta Mantovani e Katia Ricciarelli. Durante il master class di avviamento al Teatro Lirico tenuto da Emanuela Di Pietro fu rimessa in scena l’opera settecentesca La Locandiera di Pietro Auletta.

Concerti, performance sono state tenute negli anni nelle splendide sale del Palazzo Ducale e nella Sala principale del Castello Pignatelli in San Martino.

Fin da giovanissima la duchessa Pignatelli aveva mostrato il suo interesse per le arti. All’età di sedici anni, suo padre Peppino Matarazzo di Licosa, grande amante dell’arte, collezionista e mecenate, aveva commissionato un suo ritratto dallo scultore De Veroli; il Maestro le aveva messo in mano della creta perchè non si muovesse durante l’esecuzione del dipinto, così nacque la sua passione per la scultura che a fasi alterne coltiverà fino agli ultimi anni della sua vita. Solo negli anni Settanta la prima esposizione delle sue sculture a Positano, incoraggiata dal maestro Girosi. Nel ’92 fu un altro amico, Max Vajro a convincerla ad esporre le sue opere alla Casina Pompeana in Villa Comunale.
Infine per festeggiare i suoi ottant’anni nel ’97, organizzò al Suor Orsola Benincasa, una mostra di proprie opere ed un concerto. Il legame con il Suor Orsola rimase sempre forte, tanto che la famiglia Pignatelli donò all’Istituto Universitario la chiesa di S. Maria dei Pignatelli che fin dal trecento le apparteneva. 
Giovanissima sposò  Carlo. Fu il matrimonio a farle scoprire S. Martino Valle Caudina, ex feudo della Leonessa, dove il marito possedeva delle terre che lui stesso amministrava, un palazzotto, dove trascorrevano parte dell’estate, ed un castello medievale in abbandono. San Martino fu per lei amore a prima vista.

Melina, sempre impegnata nel sociale, vero vulcano di idee, pensò di realizzarvi un laboratorio di tessitura. Voleva raggiungere due scopi, offrire un’occasione di lavoro e nello stesso tempo valorizzare un artigianato in via di estinzione. Dal laboratorio, dotato di nove telai semiautomatici uscirono tessuti di grande pregio.

La sua grande passione fu il castello. Cominciò subito, con pochi capitali, il “suo” restauro. Lavorò per circa trent’anni, seguendo personalmente i cantieri, istruendo operai ed artigiani trascinati dalla sua passione. Fu in prima line nella valorizzazione dei castelli di Napoli,  fino ad ottenere per merito dell’indimenticabile On. Francesco Campagna la Legge speciale per Napoli, che finanziò il restauro prima di Castel dell’Ovo e poi di S. Elmo.

Melina amava molto la sua Napoli, e si impegnò a farne conoscere ed apprezzare le sue bellezze. Nel 1971 fu nominata Ispettore Onorario della Soprintendenza ai Monumenti della Campania, nomina di cui ella andava molto fiera.

Altro amore furono i giardini, lavorò per creare in Campania una sezione del Garden Club, di cui fu a lungo presidente e fino alla fine presidente onoraria; collaborò con il dott. Landi per far nascere Napoli Flora. Con Rivetti organizzò una mostra di orchidee a Villa Pignatelli e con la Società Italiana della Camelia la prima mostra delle camelie.

La Giunta Camerale dell’Industria, Artigianato e Agricoltura la nominò componente della Consulta Economica Provinciale.

La musica fu un interesse prioritario durante tutta la sua vita. Diplomatasi di nascosto dai suoi genitori al Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli (in violino a 18 anni ed in canto a 22) sotto la guida di Rachele Marigliano-Mori, partecipò ai concerti di musiche trovadoriche curate dal dal prof. Ugo Sesini. Come concertista, si dedicò alla musica da camera italiana, tedesca e francese.

Cantò con l’orchestra Scarlatti al Conservatorio di Napoli (1953) ed a Parigi per la Radio Tele Diffusion Francaise (1954). Nel 1945 fondò, con il maestro Vincenzo Vitale e Galeazzo Imperiali l’Orchestra da camera di Napoli divenuta in seguito Orchestra Scarlatti.