Era un vulcano Jo Lo Pilato, scrittore, attivista, promotore di eventi, sempre fuori dall’ordinario legatissimo alla sua Mirabella che aveva cercato di raccontare, valorizzare e difendere in tutti i modi. Tutti lo conoscevano e gli volevano bene perchè Jo con i suoi occhiali bianchi e i capelli lunghi era un personaggio capace di travolgerti con il suo entusiasmo e il suo dinamismo. Credeva nel valore delle radici, nell’amicizia e nell’idea di comunità. I suoi concorsi di bellezza erano molto di più che semplici passerelle per le giovani appassionate di moda e di spettacolo del territorio, erano un omaggio alla terra in cui era nato e cresciuto. Riusciva sempre a sorprendere per l’originalità delle sue idee, come quando aveva ideato una festa dedicata ai single che aveva ottenuto un grandissimo successo. Negli ultimi anni era stato animatore instancabile di mobilitazioni e passeggiate in difesa del fiume Calore, per ribadire il valore della ricchezza acqua. Amava i social e ne faceva un uso prezioso. Aveva combattuto strenuamente anche in difesa di sua nipote Yais, dissidente venezuelana rifugiatasi in Perù perchè potesse arrivare in Italia. Figlio di emigrati eclanesi a Boston, aveva chiesto anni fa persino un risarcimento da record al governo stelle e strisce per il furto dell’identità subìto anni addietro negli Stati Uniti. La sua identità – il riferimento era della social security, un codice alfa-numerico personale che viene assegnato a ogni cittadino americano – era stata usata e sfruttata non certo per fini nobili.
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