Addio al filosofo Cacciatore, anima della sinistra meridionale

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La scomparsa del professore Giuseppe Cacciatore, ordinario per più di trent’anni di storia della filosofia nell’Università Federico II di Napoli, oltre che insigne filosofo ed esponente di spicco della sinistra meridionale, ha suscitato profondo cordoglio innanzitutto nella città di Salerno dove era nato e da sempre viveva, e ovviamente nella comunità accademico-filosofica italiana.  Il professore Cacciatore – che aveva compiuto solo il 2 dicembre 77 anni – si caratterizza come una delle più eminenti personalità del mondo cultural filosofico, che si richiama al marxismo, allo storicismo vichiano e allo storicismo tedesco.

Cacciatore, infatti, lascia un corpus di scritti di storia della filosofia e di filosofia davvero sterminato, frutto di una grande passione per la speculazione che in lui si manifestò dai tempi degli studi al liceo classico Tasso di Salerno. Volendone ricordare, in breve, la produzione, non possiamo non fare riferimento ai suoi tre fondamentali volumi sul più insigne esponente dello storicismo tedesco Wilhelm Dilthey. Unitamente ai volumi su Dilthey Cacciatore ha inciso profondamente nella storiografia critica di grandi filosofi come Giambattista Vico, Antonio Labriola, Benedetto Croce.

E’ stato anche uno storico della filosofia che tra i primi ha fatto conoscere in Italia l’utopismo marxistico cristiano di Ernst Block a cui ha dedicato il volume “Ragione e speranza nel marxismo”. Sempre a Block e al suo utopismo messianico-comunistico ha dedicato il volume “Figure dell’utopia” curato insieme ai nostri conterranei Luigi Anzalone e Giuliano Minichiello. Come filosofo, Cacciatore ha elaborato una prospettiva di pensiero che si pone come autorevole e organica risposta alla crisi della sinistra occidentale e mondiale dopo il crollo del muro.

La sua filosofia consiste in un umanismo e storicismo democratico e interculturale, sostanziato da profondo senso umano, categoria su cui Cacciatore ha costruito la sua etica e la sua proposta politica. La sua etica ha una connotazione fortemente solidale ed equalitaria, la sua visione politica è quella di una polis aperta, interetnica, interculturale, capace di introdurre nella gestione della cosa pubblica spazi sempre più grandi di libertà, di giustizia sociale così da consentire ad ogni donna e a ogni uomo di realizzare la propria personalità in modo onnilaterale e di conoscere nella vita ciò a cui ogni uomo aspira, la felicità.

Non si può dimenticare, infine, che il professore Cacciatore, che esordì come segretario del Pci Di Vittorio di Salerno, è stato uno degli esponenti più aperti ed avanzati del comunismo salernitano, ricoprendo importanti incarichi nel partito a livello provinciale e regionale e svolgendo la carica di assessore provinciale alla cultura e alla pubblica istruzione della provincia di Salerno negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.

Alla famiglia del professore Cacciatore giungano le più fraterne e affettuose condoglianze del nostro direttore Gianni Festa, dei redattori tutti del Corriere dell’Irpinia che spesso lo hanno intervistato in occasione dei confronti a cui ha partecipato in provincia di Avellino e con loro del suo fraterno amico e collaboratore professore Luigi Anzalone. (f.g.)