Addio alla partigiana Gisella Giambone, Castel Baronia le consegnò la cittadinanza onoraria

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È venuta a mancare l’altro ieri a Torino, all’età di 92  anni, Gisella Giambone, partigiana, donna libera e combattiva, figlia di Eusebio Giambone, dirigente comunista, compagno di lotta di Antonio Gramsci, protagonista del movimento dei Consigli nella Torino operaia nei primi anni Venti, fucilato nel 1944 dalla Guardia Nazionale della Repubblica di Salò per il suo  antifascismo e il ruolo ricoperto  nella lotta partigiana. Gisella era nata a Lione, in Francia, nel 1931, dove il padre era stato costretto a rifugiarsi per sfuggire alle angherie del regime mussoliniano. Arrestato dalla polizia collaborazionista di Vichy nel luglio del 1941, era stato estradato  in Italia ed  assegnato al confino a Castelbaronia, paese natale di Pasquale Stanislao Mancini, dove lo seguì la figlia Gisella. Nel Comune della Baronia nei suoi due anni di permanenza Eusebio Giambone fu protagonista, a contatto con la popolazione locale, di quella semina di  idee comuniste che poi diede i suoi frutti nell’immediato dopoguerra con il movimento di occupazione delle terre e il forte  radicamento del PCI. A lui il Comune di Castelbaronia dedicò successivamente anche una strada e  a Gisella conferi’ la cittadinanza onoraria. Una delle sue visite in Irpinia avvenne proprio per  ricevere questo riconosciuto. La lettera indirizzata da Eusebio a Gisella prima della fucilazione nel 1944 ( che fa parte delle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”) resta una delle testimonianze più alte e significative  dello spirito della lotta partigiana.  Gisella ha sempre lottato per l’affermazione di quei principi di eguaglianza e libertà nel corso della propria esistenza. Ad essa ha costantemente affiancato, con pubblicazioni e testimonianze, l’impegno per la difesa della memoria storica, contro il revisionismo strisciante, e per la conoscenza del ruolo delle donne nella Resistenza, a lungo sottovalutato. Oggi la salutiamo a pugno levato e con il cuore gonfio di tristezza.

Luigi Caputo
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Avellino