Venerdì prossimo, 17 giugno, alle 17:30 presso il Circolo della Stampa di Avellino sarà presentato il libro Vite in prestito (2021, Saladino, 112 p.15 euro) di Claudia Iandolo. Con l’autrice ne discutono Roberta Gimigliano, docente del Liceo scientifico di Avellino, Luana Ambrosone, presidente dell’associazione Proteo Fare sapere, ed Erika Picariello, segretario generale Flc Cgil Avellino. Francesca Battista leggerà diversi passi del volume.
L’incontro di venerdì inaugura il ciclo con gli autori indipendenti “Intervista a libro aperto” promosso dalla Flc di Avellino e dall’associazione Proteo Fare sapere. “Cominciare con Claudia Iandolo è un immenso piacere per il suo alto profilo culturale ed umano: è con lei che abbiamo scelto di dare l’avvio alla nostra serie di Interviste a libro aperto”, – spiega Picariello.
“Nella attività sindacale come nella attività di formazione e aggiornamento professionale incrociamo quotidianamente un bisogno inespresso che ha a che fare con la ricerca sottesa e frustrata di una chiave di lettura del reale che sia esplicativa delle contraddizioni della contemporaneità”.
“Abbiamo perciò scelto di iniziare a sviscerare questo bisogno a partire da noi attraverso un ciclo di presentazione di opere di autori indipendenti proprio allo scopo creare luoghi di discussione e confronto sulla loro produzione in quanto rappresentazione di questi nostri tempi ,apparentemente complessi da decifrare, ma ancora più complessi da migliorare”.
“Crediamo che il ruolo della FLC CGIL e di Proteo Fare Sapere sia anche questo, quello di ampliare l’orizzonte del ragionamento oltre gli aspetti più propri della tutela, che pratichiamo quotidianamente, per ritrovare, insieme, una traccia e un modo per stare nella nostra città, nei nostri luoghi di lavoro, in definitiva luoghi di cultura sempre più lasciati a se stessi, in modo più consapevole e critico non tanto individualmente ma collettivamente”.
“Lo spaccato sociale, culturale, la complessità dei profili dei personaggi, nella sua opera, in una piccola città di provincia a ridosso della delusione delle aspettative su cosa avrebbe potuto essere la modernità ‘delle magnifiche sorti e progressive’ delle nostre terre , attraversa la storia di ogni ognuno di noi ed è parte integrante di riflessioni, scelte di vita e scelte politico-sindacali anche molto definite. Eppure nel post pandemia con una difficoltà ancora maggiore ci ritroviamo a fare i conti con un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e lavoro, per chi ha la fortuna di averlo, e con l’assenza di prospettive reali, nonostante i molti finanziamenti del PNRR, che ci emancipi dalla condizione di terra dell’osso. Ora come sempre l’emancipazione è un processo che può solo partire dal basso. Con questo ciclo di incontri proviamo a riammagliare i margini lisi di un senso di appartenenza, di una voglia di riscatto partendo da una dimensione emotiva, da un piano culturale anti – mainstream, perché crediamo che un sindacato ed una associazione di formazione, la FLC CGIL e Proteo Fare sapere, debbano e possano fare anche questo, ancorati ad una lettura realistica del presente con lo sguardo rivolto ad un futuro da migliorare a partire dal qui ed ora”.