Al Museo di Venezia l’artista partenopea Chiara Dynys: “Sabra Beauty Everywhere”, l’incanto dell’infanzia più forte della paura

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L’infanzia che resiste, senza perdere incanto e ingenuità, anche lì dove sembra esserci posto solo per pericolo e miseria. È il filo conduttore della mostra Sabra Beauty Everywhere, progetto inedito dell’artista partenopea Chiara Dynys, ospitato dal 9 maggio al 24 novembre 2019 al Museo Correr, nell’ambito del progetto MUVE Contemporaneo, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.

La mostra, curata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, è il risultato di un lavoro realizzato dall’artista tra il 2010 e il 2013 a Beirut e prende la forma di un ciclo di 27 trittici in legno e foglia d’oro. A caratterizzare ogni composizione, come in un sacrario, le immagini catturate tra le strade di questi “ghetti” di paura e di isolamento in cui l’artista, tra giocattoli e sorrisi, riesce a raccontare un’infanzia vissuta in una apparente e disarmante normalità.

“Quando ho visitato i campi di Sabra e Shatila ho percepito una grande energia vitale, una voglia di vivere che si trasforma in gioia di vivere” ha spiegato Chiara Dynys. “La solidarietà tra bambini, necessaria per sopravvivere in un contesto ostile – ha continuato – è capace di creare una dimensione diversa, un mondo a misura di piccoli ma con tutte le regole di un sistema complesso. Con questo progetto non ho voluto realizzare un lavoro sui profughi o sul Medio Oriente dilaniato. L’idea che mi proponevo era quella di raccontare attraverso gli sguardi e i volti di un’infanzia delicata e pura, ho cercato il senso profondo dell’esistenza”.

Le immagini, incastonate all’interno di scrigni preziosi ispirati ai polittici delle chiese, ai tempietti buddisti e alle cornici che contengono le parole del Corano, diventano testimonianze profondamente religiose, espressione di una fede che non è cristiana, musulmana o buddhista, ma fa parte di una religione universale.

Il progetto, ospitato nella splendida cornice della Sala delle Quattro Porte, tra le più belle e ricche di tutto il museo, entra in naturale sintonia con la dimensione sacrale dello spazio, segnato dalla presenza del particolare rilievo cinquecentesco “Madonna col Bambino”, realizzato da Jacopo Sansovino. Al centro della sala, una grande installazione con una teca di cristallo, attraversata dalla scritta in oro “Non c’è nulla al di fuori”, tratta dal pensiero di Sant’Agostino, diviene paradigma tra il dentro e il fuori, in un confronto diretto con l’integrità interiore che caratterizza l’infanzia al centro delle opere.

La mostra, resa possibile anche grazie al supporto di Mario Aite e Renata Zoppas e alla preziosa collaborazione della VAF-Stiftung, conferma l’impegno della Fondazione Musei Civici di Venezia nell’ambito della riflessione sui problemi emergenti della convivenza civile.