Alto Calore, la Procura: processate De Stefano

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AVELLINO- Le acque sul caso Alto Calore diventano avvelenate e spunta un vero e proprio dossier su tutto quello che riguarda il caso Gesesa, i piani della società per il risanamento che non sono mai stati effettuati ed in particolare Garanzia Giovani, il caso finito anche all’attenzione del Parlamento dove è stata depositata un’interrogazione parlamentare dei Cinque Stelle. Una lista di 37 nomi, quelli che per gli autori dell’esposto anonimo sono stati già individuati per il tirtocinio che l’Alto Calore si appresterebbe a far partire. Una lista di nomi che oltre alla Guardia di Finanza e è stata inviata anche al Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo e a quello di Benevento Giovanni Conzo. I nomi di coloro che saranno selezionati, resi pubblici per bloccare questa presunta operazione pronta ad essere messa in atto per Garanzia Giovani all’Alto Calore. Nomi da determinati comuni della provincia di Benevebnto e Avellino. Una giornata che però registra anche un altro sviluppo, stavolta non anonimo, ma firmato. Si tratta dell’inchiesta sull’utilizzo dell’auto blu da parte del presidente dell’Alto Calore Lello De Stefano, per cui il pm Maria Luisa Buono ha chiesto il rinvio a giudizio. Una richiesta, quella della Procura di Avellino, che sarà discussa davanti al Gup del Tribunale di Avellino Giovanfrancesco Fiore il prossimo 24 maggio. Tre i capi di imputazione provvisoriamente contestati da parte della Procura di Avellino al presidente dell’Acs De Stefano. Quello più grave riguarda l’ipotesi di reato di peculato. I magistrati contestano infatti al numero uno dell’ente di Corso Europa nella sua qualità di amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione dell’Alto Calore, di aver utilizzato arbitrariamente a proprio beneficio, l’attività lavorativa da parte del personale dell’Acs, in questo caso gli autisti. Tutto questo, stanbdo alle indagini della Guardia di Finanza, sarebbe avvenuto tra il settembre ed il dicembre del 2014, quando poi è scoppiato il caso. Sulla base delle indagini, la Procura aveva contestato anche il reato di truffa, quello ai danni della Telecom. Secondo le accuse, infatti, De Stefano avrebbe ottenuto rimborsi per il noleggio di auto in occasione di trasferte per conto della società, ma in effetti a quelle trasferte, stando alle indagini, ci sarebbe giunto con la vettura dell’Acs. Ma le accuse ai danni del presidente Acs non sono finite qui. Perchè oltre al peculato e alla truffa ai danni di Telecom, anche la calunnia nei confronti di Gianluca Festa. Anche perchè sapeva, secondo la Procura, che gli era stata fatta una contestazione vera da parte del consigliere comunale in aula, il 13 luglio del 2014 in occasione di una seduta del consiglio comunale. Il legale di De Stefano, il penalista Nello Pizza, commenta così la notizia della fissazione dell’udienza preliminare: «Siamo contenti che, come avevamo chiesto, l’udienza preliminare è stata fissata in tempi brevi. Così il presidente De Stefano potrà dimostrare la sua estraneità alle contestazioni».