Anche un’irpina a “I mille di Sgarbi”

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C’è anche il nome dell’artista irpina Maretta Capossela tra i 129 selezionati personalmente da Vittorio Sgarbi nel suo “I mille di Sgarbi – Lo stato dell’arte contemporanea in Italia”, per far parte di una mostra curata e documentata in catalogo dal critico d’arte più famoso d’Italia. L’evento, inaugurato lo scorso venerdì, restituisce una fotografia dello stato dell’arte contemporanea in Italia, con lo scopo di far conoscere il lavoro di artisti emergenti. In questa prima edizione, in corso a Cervia presso i Magazzini del Sale, sono presenti in un’unica esposizione fino al 9 giugno le opere scelte da Sgarbi ( di pittura, scultura, fotografia, arte digitale e ceramica) tra le mille candidature pervenute in tre mesi e da tutta Italia.

Tra esse c’è “Angelo”, l’opera di Maretta Capossela scelta tra i tre lavori inviati dall’artista al momento dell’iscrizione a “I mille di Sgarbi”. “Angelo” raffigura un cavallo bianco dallo sguardo etereo e puro, capace di leggere dentro l’anima. “Angelo – spiega l’artista – esprime il modo in cui voglio essere guardata e compresa. Angelo è l’emblema della fiducia e dell’amore rassicurante che ogni essere umano cerca nel proprio percorso di vita. Il cavallo rappresentato è per me forza soprannaturale e misteriosa, che diventa angelo, andando oltre la dimensione dell’essere umano. E qui c’è tutta la mia soddisfazione perché come un angelo questa tela mi ha portato in dono lo sguardo attento di uno dei più grandi critici d’arte e dunque la partecipazione all’evento”.

Da autodidatta Maretta libera la sua creatività in un stile proprio, fondendo lo spirito e l’entusiasmo van goghiani con i colori e le pennellate impressioniste. Non ha quella formazione artistica tipica del suo paese, Calitri, dove già il percorso scolastico è scandito dalla frequentazione del Liceo Artistico, ma si fa da sé grazie al suo talento. Frutto della sua tenacia e della sua determinazione è l’apertura nel dicembre del 2017 dell’Atelier Maretta Capossela Art Concept Store, un giardino dell’anima – come ama definirlo – in cui prendono forma le sue creazioni. Qui Maretta attraverso le sue tele si racconta, aprendo le porte del suo io, fino a identificarsi con storie e soggetti dipinti, dai quali trapela tutta la sua umanità, emozionandosi ed emozionando. Le relazioni con sé e con gli altri, l’empatia, l’autenticità sono impresse attraverso la natura, che diventa l’io pronto a rivelarsi nelle forme più varie del Creato.