Ancora un tradimento per il Sud

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La Legge di Stabilità svela l’ennesimo tradimento ai danni del Mezzogiorno del Paese. L’inadeguatezza degli investimenti previsti per il Sud dal governo, purtroppo, non ci sorprende. Anzi ci conferma, una volta di più, come la classe dirigente nazionale e questo esecutivo in particolare abbiano il cuore, la mente e gli interessi al Nord. Il pacchetto di misure previste per il Sud – aggiunge – ha un valore di 2,4 miliardi di euro in quattro anni, appena 600 milioni di euro l’anno per tutte le regioni del Meridione: una vera e propria elemosina. Siamo al paradosso: invece di agevolare la riduzione del gap infrastrutturale, economico, finanziario e competitivo dell’area più disagiata e in crisi della Penisola, il Governo dispiega un’azione politica volta ad incrementare il differenziale sociale ed economico esistente all’interno della nostra comunità nazionale. In ogni famiglia si tende sempre ad aiutare più i figli più fragili e in difficoltà e non quelli forti e che godono di situazioni di benessere. Ciò che sta avvenendo in Italia è l’esatto contrario: togliamo ai poveri per dare ai ricchi, con buona pace dei principi solidaristici che sono contenuti nella nostra Costituzione. Si pensi al credito d’imposta che prevede sgravi del tutto marginali, nella migliore delle ipotesi pari al 20%. O ancora, si pensi alle riduzioni contributive per i nuovi assunti. Al Sud siamo passati dal 100%, che era la percentuale di sgravio già esistente con la legge 407, al 40% di questa Legge di Stabilità. Abbiamo così perso il 60% di sgravi contributivi, misura che invece è stata estesa al Nord, dove prima non esisteva e adesso è identica a quella prevista per le aree depresse. Ci sembra un provvedimento del tutto contraddittorio rispetto alla realtà economica del Sud, che avrebbe bisogno non di decurtazioni, bensì di ulteriori incentivi in grado di stimolare l’occupazione e il lavoro. Una situazione che quotidianamente ci viene descritta dai principali osservatori economici italiani ed europei. Ancora una volta dobbiamo rilevare l’assoluta inconsistenza della classe politica che rappresenta il Sud alla Camera e al Senato. È vero che esistono delle eccezioni, con qualche parlamentare che ha esercitato le funzioni legislative e ispettive che gli competono nell’interesse dell’economia calabrese e meridionale, ma è innegabile che la maggior parte della nostra deputazione non riesce a incidere sulle sorti di provvedimenti che arrivano in aula praticamente ‘blindati’. Di fronte a tutto questo si sarebbero dovuti ribellare, creando una diga trasversale pro Mezzogiorno, e non votare con atteggiamento prono tali inaccettabili provvedimenti. Tutto ciò avviene mentre l’economia regionale e soprattutto l’edilizia continuano a registrare un’emorragia di ‘partite Iva e di occupati. È innescata una pericolosissima bomba sociale ma chi ha responsabilità in questo Paese non sembra rendersene conto.