Anno nuovo, politica nuova?

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Il nuovo anno sarà quello della sconfitta della pandemia e della crescita come ha auspicato il Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno e di fine mandato agli italiani o sarà, come i due ultimi, ancora un anno “horribilis”? Vogliamo nutrire la stessa fiducia e vogliamo sperare che anche la politica cambi in meglio in modo che l’Italia possa ritrovarsi a pieno titolo tra le nazioni guida dell’Europa, che siano sanati gli squilibri sociali e che il lavoro torni ad essere un perno sul quale si è costruito il processo economico e sociale e come è sancito della nostra Costituzione. Le condizioni ci sono tutte a cominciare dall’imminente elezione del nuovo Capo dello Stato.

Due i candidati al nastro di partenza, tanti altri accarezzano il sogno ma si guadano bene dal pronunciarsi. Eppure la scelta non sarebbe in sé difficile e il nuovo Presidente potrebbe essere eletto al primo scrutinio solo se i grandi elettori facessero prevalere la ragioni del buon senso e del bene comune. “La maggioranza di governo dovrebbe definire un candidato, in dialogo fatto con le forze di opposizione che non possono essere considerate aggiuntive. Si scelga una personalità che, come chi ci ha tutelato in questo trentennio, sappia in primo luogo unire gli italiani e avere prestigio e autorevolezza” (Veltroni – Corriere 31.12.21).

Noi una personalità con questi requisiti ce l’abbiamo in Draghi stimato in Europa e nel mondo. Ha dato la sua disponibilità ed è pretestuoso dire che sta bene a palazzo Chigi e deve rimanervi fino a completare la legislazione, perché non è vero. A palazzo Chigi ci sta male, costretto a mediare fino a svuotare ogni provvedimento, con una maggioranza eterogenea che non va d’accordo su nulla, e tutto lascia pensare che il suo governo sia arrivato al capolinea. Massimo Giannini direttore della Stampa lo dice chiaramente nel suo editoriale della vigilia di Natale:” Con tutto il rispetto, da un mese a questa parte le scelte dell’esecutivo non sono all’altezza della fase … il Premier pare quasi prigioniero del Palazzo”. Il prof. Canfora, in un’intervista al Fatto quotidiano ci va giù pesante:” Macché miracoli, Mario sbriciolato alla prova dei fatti”. Non si può governare con una maggioranza che al suo interno abbia la Lega (con un solo piede), Forza Italia, il M5S, il PD e Leu. Le riforme non possono accontentare tutti e l’Italia ha bisogno di riforme strutturali che Draghi, con tutta la buona volontà, l’autorevolezza e il prestigio di cui gode, non ne è venuto a capo. Lo ha capito e sicuramente ne trarrà le conseguenze dimettendosi anche se non dovesse essere eletto Presidente. Occorrerebbe un accordo preventivo, che alcuni partiti sollecitano, su un politico che dovrebbe guidare il nuovo governo con la stessa maggioranza e, magari, farsi carico di una nuova legge elettorale.

L’auto candidatura di Berlusconi è una proposta indecente che in un Paese serio e civile non dovrebbe trovare nessuna accoglienza e che invece una stampa asservita, con molti giornalisti a libro paga, televisioni di proprietà e un nugolo di cortigiani sottomessi e servili, dipendenti e maggiordomi la impongono all’attenzione pubblica senza il minimo senso del pudore e dell’oscenità. L’inventore del bunga/bunga, un truffatore contro lo Stato con sentenza passata in giudicato, sfuggito a tanti processi per leggi ad personam e prescrizioni ed altri ancora in corso al Quirinale non si era ancora visto e più di mezz’Italia si indigna al solo pensarci credendo che non si possa verificare l’inconcepibile. “Al di là dell’assurdità di un tale scenario, purtroppo questo Parlamento è guidato da uomini avventurosi, che potrebbero anche determinare un esito sconvolgente. Come Renzi e molti del suo seguito” (Ancora Canfora nell’intervista al Fatto quotidiano). Eppure pare che Berlusconi faccia sul serio. Ci crede sta facendo campagna acquisti e pare, stia preparando un discorso agli italiani pe farsi legittimare. Saremmo all’Italia repubblica delle banane. Il Pd) stoppa Berlusconi. Letta in una intervista a Repubblica asserisce che “con un voto divisivo cade il Governo.”. E ancora: “Il profilo che ho delineato pe la figura del Capo dello Stato non va nella sua direzione.”

Già da subito vedremo se la politica cambierà e c’è possibilità reinserimento di diritto tra i paesi fondatori dell’Europa o ci avvieremo ad essere emarginati e costituiremo nel Mediterraneo la prima Repubblica delle banane!

di Nino Lanzetta