Corriere dell'Irpinia

“Archiving Irpinia”, il progetto internazionale del Gal Partenio

 

AVELLINO – Si chiama “Archiving Irpinia” ed è un progetto internazionale del Gal Partenio e curato da Marco Scotini, che ha come obiettivo la riattivazione di un processo mnemonico capace di far emergere, attraverso l’arte contemporanea e le sue procedure, nuovi strumenti di indagine antropologica, politica e urbana. Un programma che concentra l’approccio territoriale ai nuclei abitativi della Valle del Sabato, dal forte patrimonio naturalistico e culturale, e che sarà presentato nel corso di una
che si terrà venerdì 12 febbraio, alle ore 17, presso il Circolo della Stampa di Avellino. Interverranno Gaetano Tenneriello, sindaco di Prata Principato Ultra, Luigi d’Oro, coordinatore Archiving Irpinia, Marco Scotini, curatore Archiving Irpinia, Luca Beatrice, presidente del Gal Partenio. Modera i lavori Maurizio Reveruzzi, coordinatore del Gal Partenio.
Per l’occasione verrà presentata la giornata laboratoriale, che si svolgerà sabato 13 febbraio presso il Palazzo Baronale di Prata Principato Ultra, come risultato di un primo momento di raccolta e inventariazione della memoria sociale e culturale delle aree rurali e urbane del Partenio. La giornata di sabato 13 febbraio si aprirà alle ore 11 presso il Palazzo Baronale di Prata con l’inizio del workshop, che terminerà alle ore 18. A seguire agri-break e dj set di Ernesto Razzano.

Il percorso di analisi delle pratiche si concentrerà in questo passaggio sull’archiviazione dei sistemi agricoli e urbani radicati nelle preesistenze del luogo (ecologiche, agroalimentari, produttive). Il laboratorio vedrà quindi l’interazione di differenti metodi di investigazione territoriale con la partecipazione di ospiti internazionali come Fernando Garcia-Dory (Spagna) con un contributo sull’idea dell’artista come agro-ecologista e la costruzione di organizzazioni sociali sostenibili, dalla campagna agricola alle unità produttive del paesaggio rurale, Bert Theis (Lussemburgo) per la costruzione di forme associative e comunitarie nei processi di socializzazione del territorio e dell’urbano ma anche dello spazio vissuto, Ugo La Pietra (Italia) per uno sguardo antropologico e la riattivazione dell’artigianato locale, con il recupero delle professioni, della distribuzione sociale dei saperi e le forme di produzione materiale, insieme agli abitanti di Prata e i partecipanti al workshop.

Fuori dalla programmazione del Gal Partenio, conclusa a dicembre 2015, Archiving Irpinia prepara una proposta di durata pluriennale, dislocata in tappe successive in alcuni comuni del Partenio, che si estenderà in un ampio arco temporale attraverso una piattaforma di attività espositive e laboratoriali, residenze e incontri, forme di animazione e teatro sociale insieme a operazioni artistiche nello spazio pubblico, offrendo l’infrastruttura per gli aspetti educativi e artistici del progetto insieme alla possibilità di sostenere forme di convivenza, economia e creatività all’interno delle comunità attive su scala territoriale.

Archiving Irpinia prevede così l’attivazione di nuove pratiche (culturali, sociali, insediative, economiche) che possano incontrare nuove utenze (saltuarie, permanenti, ecc) non più soltanto locali ma di carattere internazionale. L’arte contemporanea può, dunque, delocalizzare in senso figurativo questi luoghi ed esportarli, attraverso i suoi canali comunicativi, in circuiti collettivi che esulano da confini geografici, ingenerando un processo di “esternalizzazione” delle identità locali e del patrimonio culturale.
Sensibilizzazione e collaborazione comunitaria, valorizzazione delle pre-esistenze, esplorazione artistica individuale saranno gli strumenti che permetteranno di sviluppare su scala locale un’arte del “fare” e un’arte del “mostrare” come strategie interconnesse. Nelle rispettive specificità dei due poli, partire dai depositi culturali e rurali significherà confrontarsi con le potenzialità manifatturiere, quelle agricole e con i poli artistico-museali.

Archiving Irpinia è stato realizzato in collaborazioni operative in sinergia con realtà associative e no profit attive sul territorio, tra cui l’Associazione Calendula e l’Associazione Giovani Architetti Irpini. L’intervento del 13 febbraio prevede modalità laboratoriali (nella formula di un workshop intensivo) con artisti tutor internazionalmente riconosciuti, maestranze locali, studenti e membri della comunità interessati alle tematiche proposte.

Alcune brevi note biografiche degli artisti che interverranno per l’occasione:

Il lavoro di Fernando Garcia-Dory (Spagna, 1978) si focalizza specificamente sulla relazione che oggi intercorre tra natura e cultura ed il modo in cui tale relazione si manifesta in molteplici contesti, attraversando le dinamiche della crisi (globale), la pulsione all’utopia ed un potenziale cambiamento sul piano sociale. Fernando Garcia-Dory ha studiato Belle Arti e Sociologia rurale a Madrid ed Amsterdam: al momento è impegnato nella preparazione di un PhD in Agroecologia. Ha lavorato in Italia con il PAV di Torino, dopo la mostra Vegetation as a political agent, curata da Marco Scotini, il lavoro di Fernando Garcia-Dory è stato esposto in istituzioni internazionali come l’ACC di Weimar (Germania), il Domain de Chamarande di Essonne (Francia), lo IASPIS e il Tensta Museum di Stoccolma (Svezia), la Biennale di Atene (Grecia), Frieze Art Fair di Londra (UK). Ha partecipato ad importanti esposizioni internazionali tra cui l’ultima Biennale di Istanbul, curata da Carolyn Christov-Bakargiev, e dOCUMENTA 13 di Kassel (Germania).

Bert Theis (Lussemburgo, 1952) fa parte di quella generazione di artisti, emersi nel corso degli anni Novanta, che attraverso i loro lavori hanno creato nuove possibilità per le pratiche nello spazio pubblico. Theis lavora come artista, attivista e curatore. I suoi lavori hanno una dimensione filosofica, sociale e politica. Nonostante il suo nome sia generalmente associato con le importanti manifestazioni internazionali alle quali ha partecipato (la Biennale di Venezia, Manifesta 2, la Biennale di Gwangju (2002) o Sculpture Projects di Münster (1997), la maggior parte dei suoi lavori sono stati creati a partire da spazi specifici della città. Nel corso degli ultimi dieci anni, è stato tra gli organizzatori di due progetti a lungo termine, Isola Art Center e out-Office for Urban Transformation, entrambi riconducibili all’ambito del conflitto urbano tra gli abitanti del quartiere di Isola, il governo della città di Milano e una compagnia multinazionale statunitense.

Ugo La Pietra (Italia, 1938), architetto di formazione, artista, cineasta (e attore), editor, musicista, fumettista, docente, dal 1960 si definisce ricercatore nel sistema della comunicazione e delle arti visive, muovendosi contemporaneamente nei territori dell’arte e del progetto. Instancabile sperimentatore, ha attraversato diverse correnti (dalla Pittura segnica all’arte concettuale, dalla Narrative Art al cinema d’artista) e utilizzato molteplici medium, conducendo ricerche che si sono concretizzate nella teoria del “Sistema disequilibrante” – espressione autonoma all’interno del Radical Design – e in importanti tematiche sociologiche come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il tempo, 1990), “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95). Ha comunicato il suo lavoro attraverso molte mostre in Italia e all’estero, e ha curato diverse esposizioni alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca. Da sempre sostiene in modo critico con opere e oggetti, con l’attività teorica, didattica ed editoriale la componente umanistica, significante e territoriale del design.


 

Exit mobile version