Una chiesa gremita in ogni ordine di posto e avvolta in un silenzioso e composto dolore quella, che ha accolto in contrada Difesa Grande, la salma di Gerardina Corsano. Tantissimi i cittadini che hanno voluto dare l’ultimo saluto alla 46 enne ed esprimere la propria vicinanza al marito e ai familiari nella camera ardente nell’obitorio dell’ospedale Frangipane, prima della partenza verso la chiesa della sua amata contrada, situata al confine con Monteleone di Puglia, dove è stata poi accompagnata per la tumulazione.
Intrisa di profonda commozione e sentita l’omelia del vescovo Sergio Melillo. “Siamo vicini alla famiglia come chiesa e diocesi, in un dolore inatteso, inaspettato di una donna giovane e onesta lavoratrice. La fede ci consola e ci fa guardare con fiducia avanti. La morte non è l’ultima parola e noi crediamo nella resurrezione dei corpi.”
Intanto proseguono le indagini per chiarire le cause del deceso della 46enne. Nelle ultime ore si fa strada una nuova ipotesi sulla morte Dio gerardina. Non sarebbe stato il botulino a causare la morte il 31 ottobre di Gerardina Corsano e il ricovero in gravi condizioni del marito, Angelo Mennino.La coppia, lei 46 anni e lui 52enne, aveva accusato malori dopo aver cenato in un ristorante di Ariano Irpino la sera di sabato 28. Le prime ipotesi investigative, in una inchiesta della Procura di Benevento puntavano sulla possibile presenza di botulino nel condimento piccante utilizzato su una pizza. Ma le analisi dell’Istituto superiore di Sanità di Roma, sui campioni alimentari prelevati dai carabinieri dalla cucina del ristorante tra i quali anche l’olio al peperoncino, non avrebbero evidenziato la presenza di alcuna tossina. E analogo risultato avrebbero dato anche i test sul materiale fisiologico prelevato dallo stomaco di Angelo Mennino.quindi si fa largo l’ipotesi di un possibile contatto con un pesticida agricolo. Una circostanza che però potrà essere confermata dalla relazione dell’autopsia eseguita, sabato scorso presso l’ospedale Frangipane di Ariano.
Nel frattempo, dopo l’istanza presentata dall’avvocato Guerino Gazzella, è stato dissequestrato il ristorante La titolare, aveva presentato, attraverso il suo legale, una memoria difensiva ai magistrati, nella quale indicava i nomi degli altri 20 clienti che nella stessa serata avevano mangiato il condimento piccante senza aver subito alcun malore. La ristoratrice, insieme all’altro proprietario del locale, sono indagati nel procedimento per la morte di Gerardina Corsano. Se confermata l’ipotesi che l’intossicazione della coppia è maturata in seguito ad un contatto con pestifcidi agricoli cambierebbe totalmente la posizione dei titolari iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni.