Ariano, quando le istituzioni s’incontrano per costruire il futuro: il nuovo campo da calcio della casa circondariale “Campanello”

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Ariano – Inclusione attraverso lo sport che insegna valori e aiuta a rialzarsi dopo le sconfitte. L’inclusione vera si attua quando le istituzioni collaborano. Questi i concetti cardine che hanno attraversato l’iniziativa che si è svolta ieri presso la Casa di reclusione Campanello di Ariano Irpino. Iniziativa che ha voluto con forza la direttora dell’Istituto di pena arianese, Maria Rosaria Casaburo, affiancata dal dottor Zarrella e dalla dottoressa Michela Notaro, oltre che da tutti i lavoratori della

. Il “Sport day insieme” ha registrato la presenza di autorità religiose, scolastiche e sportive. Dagli uffici le varie delegazioni e i giornalisti hanno raggiunto l’area verde dell’istituto di pena e c’è stata la visita al campo sportivo realizzato per consegnare ai detenuti un’area dedicata allo sport.

Sul campetto si sono affrontate due compagini: una di reclusi e l’altra di giovani studenti dell’Istituto Alberghiero di Ariano.
Numerosi gli ospiti invitati, innanzitutto il Vescovo della Diocesi Ariano – Lacedonia, Monsignor Sergio Melillo, il presidente dell’Avellino Calcio ed ex parlamentare, Angelo Antonio D’Agostino, con lui il direttore Perinetti, una delle figure più importanti nel panorama calcistico italiano, a livello dirigenziale. ed alcuni calciatori: Tito, Armellino, Liotti e Cancellotti.

Questo per quanto riguarda la società di calcio dell’Avellino erano presenti il professore ed ex parlamentare Generoso Maraia, dell’Istituto Alberghiero insieme ai docenti chef.

E rappresentanti del mondo dello sport a partire dalla campionessa judoka Matilde Lauria che ha partecipato alle Paraolimpiadi di Tokyo 2020 e si sta preparando per partecipare alla edizione di Parigi 2024. E ancora Massimo Santamaria, campione italiano di atletica, 1989, categoria 10mila metri.

Rocco De Icco, presidente Associazione sportiva dilettantistica “Non ed Ipovedenti di Napoli”. Lo sport viene inteso come strumento fondamentale di inclusione e coesione sociale.
Su questo si è sviluppato il confronto aperto dalla direttora Casaburo la quale  ha spiegato l’importanza di aver creato questo spazio.

Un perimetro che non deve significare restrizione ma quest’area, che mancava, che può dare ai reclusi l’opportunità di fare sport e restare in salute, oltre a capire che con lo sport si può imparare a rialzarsi dopo le cadute. Questo il messaggio lanciato dal Vescovo di Ariano, monsignor Melillo, e dal Cappellano, don Roberto Di Chiara. Lo sport come momento di aggregazione, che offre sempre una seconda possibilità.  Concetti questi ripresi da tutti gli intervenuti.
Una giornata bella di riflessione che dimostra, come dice Maraia, che quando funziona la rete tra le istituzioni, in questo caso carcere e scuola, si registrano sempre buoni risultati. Come quelli ottenuti dal campione italiano dei 10mila metri Santamaria, che ha portato il suo contributo al confronto.

Sport e inclusione significa anche che tutti possono praticarlo, compresi coloro i quali hanno difficoltà. La dimostrazione è giunta dalla campionessa di Judo, Lauria. Ha fatto capire l’amore che si deve avere per lo sport praticato e la capacità di allenarsi per raggiungere risultati, a volte, insperati. Lo ha spiegato con il sorriso sulle labbra.

Ed ha anche dato una dimostrazione pratica del suo sport, attraverso la presentazione di alcune prese di attacco per superare l’avversario. Ma tutto deve avvenire con rispetto di tutti, a cominciare proprio dall’avversario. Un momento veramente coinvolgente, come l’intervento di un ragazzo libico recluso ad Ariano. Ha ricordato di essere stato un calciatore professionista in Libia, giocando nella serie A di quel Paese. Poi era venuto in Italia sperando di trovare un club importante che lo cartellinasse e invece si è ritrovato a fare altro. Ha lanciato un messaggio di speranza soprattutto ai giovani che fanno sport, augurando loro di non sbagliare strada, ma di ricordare sempre che con lo sport c’è la possibilità di cadere e rialzarsi. E che dalle sconfitte possono germogliare le vittorie. Per chiudere il buffet offerto dall’Istituto Alberghiero.