Asidep: le vasche di depurazione attivate in automatico. Senza controlli si crea un danno all’ambiente

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Potrebbe diventare una bomba, la vertenza Asidep. Non solo ecologica. Ma ci sono cose, e fatti, che negli accadimenti degli ultimi giorni non sono tanto chiari ai sindacati e agli stessi lavoratori. E proprio questi, insieme, cominciano a sporgere denunce agli enti ispettivi.

Oltre ad accogliere suggerimenti come quello del procuratore di Avellino, dottor Domenico Airoma: il quale, in un recente incontro istituzionale, invitava i cittadini a denunciare e a non essere omertosi. Quindi la situazione sul versante Asidep potrebbe prendere altre strade: una è quella della denuncia, appunto.

“Perché si complica ed è preoccupante-dicono i segretari provinciali di Fismic, Fiom e Uilm, Zaolino, Morsa e Altieri”. Intanto gli impianti sono funzionanti, dopo l’intervento di una azienda privata, chiamata dal presidente dell’Asi, ma non come evidentemente dovrebbero.  Perché, visto che sono in automatico, avrebbero bisogno dei controlli delle acque  di scarico. Che non sono state depurate, per la fase di lavorazione non proprio regolare. E vengono  perciò, scaricate con tutti gli elementi inquinanti. A danno dei fiumi, del territorio, delle falde acquifere. Chi è preposto al controllo dovrebbe fare qualcosa.

E, intanto, mentre all’Asi si è votato il bilancio di previsione, la protesta degli operai continua. E, insieme ai sindacati, chiedono che”si faccia chiarezza e si dica la verità rispetto a notizie diffuse, e distorte, da parte dell’Asi”. Si riferiscono, evidentemente, all’apertura dei macchinari della depurazione per la quale, il presidente Pasquale Pisano, si è servito di una società partecipata, la Hirpinia Multiservice.  Che avrebbero svolto, invece, solo servizio di guardiania. In un comunicato stampa, i 54 operai avevano bollato come”bugie” quelle giustificazioni. Una cosa è certa: ufficialmente i depuratori dell’alta Irpinia non sono a norma e non assicurano, all’ambiente circostante, la vivibilità necessaria. Assicurano, invece, l’inquinamento di fiumi e falde acquifere.”I sindaci del consorzio Asi si stanno accorgendo di quanto sta accadendo-dice Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic-?.

La depurazione è il “core business”dell’Asi, per questo sono indirettamente complici di una situazione dove l’illegalità è così diffusa che si fa fatica a capire quali sono le responsabilità”.