Aspettando quell’alba

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Aspettando quell’alba

Aspettando quell’alba di gioia,
siam sospesi tra l’ansia e la noia,
mentre il cuore già palpita insano
al pensier di quel figlio lontano.
L’incertezza di un prossimo abbraccio
poco a poco raggela il coraggio,
ci proietta di colpo in un limbo
e ci fa ansimar come un bimbo,
che si sente ad un tratto smarrito
perché più non conosce il suo nido.
Ma cos’è che fa tanta paura,
che la vita ci rende insicura,
che ci ottenebra e offusca la mente
e ciascun or si sente impotente?
È un nemico che senza riguardi
ci colpisce scagliando i suoi dardi.
Quanti eroi ha fiaccato e sconfitto!
Quanti volti ha rigato ed afflitto!
Ogni giorno che passa è una sfida,
contrastando la forza nemica.
Tutto il mondo ai suoi piedi ha prostrato
ed al mondo le ali ha tarpato.
Pur la scienza un po’ si è stranita
a vederlo infierir sulla vita.
Ma la scienza che mai non si arrende,
premurosa la mano protende,
chè non creda l’ignobil nemico
che essa abbia il suo ruolo esaurito.
Noi si vive così nell’attesa
che al fin quella mano protesa,
sferri il colpo all’infido rivale,
annientando l’orribile male.
Ed intanto aspettando quell’alba,
ci struggiam tra il timore e la rabbia.
Ma se volgi lo sguardo all’azzurro,
sai, si avverte nell’aria un sussurro,
che riaccende vigore e speranza
ed all’animo dona baldanza.
Suona in primis un monito e dice,
perché ognuno ritorni felice:
“D’ora in poi sia più attento quest’uomo,
che fa guai al fragore di un tuono!”.
Poi soggiunge ed il mondo sorride:
“Passerà, passerà e finirà, tra canzoni, rigore e preghiera,
questa lunga e torbida sera”.

Teresa Scozzafava