Autonomia differenziata per l’Italia Mediterranea, confronto al Circolo della stampa

L'evento promosso dall'Associazione "Cittadino Sudd" guidata dall'ex parlamentare Conte

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“Contro l’autonomia differenziata per l’Italia Mediterranea” il titolo dell’incontro promosso da ” Cittadino Sudd”  il prossimo 25 febbraio,  alle 10,30, presso il Circolo della Stampa a Corso Vittorio Emanuele ad Avellino.  Al dibattito, moderato dal direttore del giornale Corriere dell’Irpinia Gianni Festa, prenderanno parte  il sindaco di avellino Gianluca Festa,la segretaria generale Flp Ggil Avellino Erika Picariello, il vicepresidente nazionale del M5S Michele Gubitosa, il consigliere regionale Livio Petitto, il parlamentare Pd  Umberto Del Basso De Caro ed il presidente di associazione  “Cittadino Sudd” e parlamentare Federico Conte.
il Mezzogiorno è destinato a crescere come punto di riferimento che lega il Sud ai destini economici, sociali e politici dell’Europa”  afferma Conte  che ritiene necessario “prestare particolare attenzione a problematiche legate all’ambiente, all’energia, alla ricerca e all’innovazione, alle infrastrutture, al commercio internazionale, e all’evoluzione interafricana. Tale evoluzione va perseguita nel segno del Mediterraneo, che ha un potenziale strategico naturale costituito dalla piattaforma economico-logistica dei suoi porti – Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Palermo e Catania – che rappresenta un naturale anello di congiunzione con il sistema portuale e interportuale del Centro – Nord Italia, che consentirebbe il traporto delle merci dal Mezzogiorno al cuore dell’Europa molto più agevolmente rispetto ad altre rotte, e quindi con un notevole risparmio in termini di tempo e di risorse”.
Una severa critica è rivolta anche al progetto di Autonomia differenziata predisposto dal ministro Roberto Calderoli in quanto “l’illusione di affrontare la crisi dividendo le Regioni (Autonomia differenziata) in base al censo ovvero il gettito fiscale è destinato ad aggravarla, perché, ove realizzato, destabilizzerebbe anche il sistema produttivo, oltre al quadro di finanza pubblica nazionale, con effetti imprevedibili sul debito sovrano, di cui la politica degli ultimi trenta anni porta una responsabilità diretta. Finora il prezzo maggiore della crisi lo ha pagato il Mezzogiorno che può e deve, perciò, autodeterminarsi e mettersi alla guida di un cambiamento epocale, federando le proprie “ragioni” e promuovendo una nuova fase keynesiana di sviluppo nazionale, che investa sull’Italia Mediterranea, e ne faccia la base di un nuovo Rinascimento nazionale ed europeo, nelle politiche e nella selezione dei gruppi dirigenti, con forme organizzative libere, finalizzate e dirette”.