Avellino, da Borgo Ferrovia l’appello a ridisegnare un nuovo futuro

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La stazione ferroviaria di Avellino con il suo passato di dismissione e immobilismo e dal futuro sempre incerto da un lato, l’ex Isochimica con il suo carico di tragedia dall’altro. Al centro, un popoloso quartiere che vive la sua condizione di periferia anche qui, senza aver visto negli anni nuove possibilità e nuove forme di vivibilità. Mobilità intorno alla stazione e bonifica e riqualificazione dell’area dove sorge lo stabilimento della morte rappresentano le due emergenze, rispetto alle quali non si può più rinviare. Eppure accade, sistematicamente.  Dopo 40 anni dal disastro dell’Isochimica ripensare  alla Ferrovia come un’opportunità è il filo conduttore. Una mobilità che proietti Avellino e la provincia a interscambio nodale,   immaginare una città che si appropri della sua posizione centrale per ridisegnare percorsi alternativi, raggiungere nel più breve tempo l’Irpinia e le altre regioni, ricreare attrattiva commerciale e turistica. Intorno a questi argomenti si sono concentrati gli interventi di qualificati relatori, sabato pomeriggio, nell’oratorio Santa Chiara di Borgo Ferrovia, durante il confronto organizzato dall’associazione “Il bucaneve” in collaborazione con l’associazione “Irpinia Insieme”. Sono intervenuti Don Michele Ciccarelli, Parroco di Borgo Ferrovia, Annamaria Candelmo, Presidente dell’Associazione Lotta per la vita, il chimico Maurizio Galasso,  Franco Mazza, medico ISDE e presidente dell’associazione “Salviamo la Valle del Sabato”, che hanno ricordato, ognuno dal suo osservatorio, le incidenze sulla salute e sull’ambiente a causa di siti inquinati come questo dell’ex Isochimica, ancor più in un contesto, la valle del Sabato, a sua volta contaminata negli anni da tante fonti di inquinamento. Il dibattito moderato dal giornalista Fiore Carullo e dalla presidente dell’associazione Il Bucaneve, Maria Ronca, è continuato con gli interventi della docente universitaria Carmela Saturnino,   di Giuseppe Caputo e di Pasquale Lucca Nacca, Presidente e referente Associazione “Irpinia Insieme”.

Capitolo mobilità, altra occasione che non può essere sprecata, anzi, diventa storica se si pensa alle possibilità date dal Pnrr. E l’appello è stato rivolto a Francesco Todisco, delegato del presidente per l’Alta velocità Napoli-Bari da Giacomo Rosa e Pietro Calabrese, rispettivamente presidenti dell’associazione Svimar e del comitato per la ferrovia Eboli-Calitri: l’interconnessione con l’Alta velocità è il punto di svolta, hanno detto, per aprire finalmente il Mezzogiorno all’Europa. Todisco ha colto il momento per ritagliare un nuovo ruolo per la città, insistendo perché la Città e la Provincia investano denaro per uno studio di fattibilità e collegare Avellino all’Alta velocità, superando ogni forma di lamentismo, trasformando la prospettiva Codola in un fatto non più annunciato ma concreto. Sullo sfondo, il ricordo delle vittime della fabbrica dei veleni, il dolore mai sopito delle famiglie, ma anche l’impegno di tante persone che si sono confrontate nel ripensare il futuro della propria città e della propria terra con rinnovato slancio.