Avellino, rientrata la rivolta dei detenuti in carcere

La protesta era scoppiata dopo che era stata inflitta una punizione per motivi disciplinari ad alcuni carcerati, a seguito di un'aggressione avvenuta il giorno prima

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E’ rientrata la rivolta nel carcere di Avellino .Sono tutti rientrati nelle loro stanze i detenuti protagonisti della protesta  avvenuta nel pomeriiggio ad Avellino. Una ventina di detenuti  ha iniziato a distruggere suppellettili e arredi per protesta, prendendo il controllo di tutto il reparto situato al primo piano lato destro. Due agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti ed accompagnati in ospedale. Sul posto arrivati a supporto i Carabinieri e la  Polizia di Stato in tenuta antisommossa provenienti da Napoli. Si tratta di detenuti comuni ristretti nella sezione al primo piano della casa circondariale del capoluogo irpino. Le forze dell’ordine, carabinieri e polizia, avevano circondato il perimetro dell’edificio, e la direttrice dell’istituto, Concetta Felaco, e gli agenti della polizia penitenziaria erano intervenuti per avviare le trattative, che hanno avuto un esito positivo.

 A seguito della protesta era stato applicato immediatamente il protocollo operativo, sotto il coordinamento del Prefetto e del Questore di Avellino, con cinturazione dell’area esterna del carcere ad opera di pattuglie in servizio di controllo del territorio di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, e il concorso della Polizia Municipale di Avellino per l’interdizione della circolazione stradale per la salvaguardia dell’incolumità pubblica.  Sul posto è giunto anche il procuratore della Repubblica  Domenico Airoma e il comandante provinciale del Comando dei Carabinieri di Avellino, Luigi Bramati.

Martedì, sempre nel carcere di Avellino, si erano verificate alcune aggressioni contro agenti e contro il medico del penitenziario. I sindacati avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare nella struttura un contingente dei reparti speciale del Gruppo operativo mobile per ristabilire “l’ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale”.