Azzurro Amianto, Emilia Cirillo racconta la tragedia Isochimica al Salone del libro di Torino

0
693
Sarà la scrittrice Emilia Cirillo a raccontare la vicenda Isochimica al Salone del libro di Torino, a partire dal suo Azzurro Amianto, Le Plurali. Venerdì 19 maggio, alle ore 18.15, nella sala Nuovi Editori, si confronterà sul volume con Consolata Lanza. Sarà l’occasione per visitare il padiglione 1 stand 32, Plurali editrice.
Cirillo ricostruisce una delle pagine più dolorose della storia cittadina, in cui gli interessi hanno finito per prevalere sulla dignità dell’uomo la scrittrice Emilia Cirillo. Lo fa con un libro prezioso “Azzurro Amianto”, edizioni Le plurali, per ribadire che non è possibile voltarsi dall’altra parte, che anche il dolore di uno solo chiama in causa tutti. Un romanzo in cui le storie di tre donne, costrette a fare i conti con il caos delle proprie esistenze, si intreccia con la sofferenza degli operai di una fabbrica, Newchemistry, che ha seminato veleno nella città. Una storia che non può non richiamare il dramma Isochimica. Beatrice ritorna nella sua Avellino da Firenze, la città nella quale si è trasferita da tempo e vive dedicandosi al suo negozio di antiquariato. Nella città toscana, in un istituto, ha lasciato sua figlia Bianca, affetta da un ritardo cognitivo, incapace di prendersi cura di quella bambina che fa fatica relazionarsi col mondo, che urla, strepita e lancia oggetti. Ma il senso di colpa per aver abbandonato la bambina e il timore di essere una madre inadeguata, continuano a perseguitarla. Di ritorno nella sua città, sommersa dai ricordi, si imbatte in due donne abbandonate a loro stesse. Come la figlia Bianca, sono incapaci di dialogare con il mondo, sono due emarginate di cui la città sembra essersi dimenticata o che ha scelto di non vedere, come si fa con tutto ciò che scopre ferite che bruciano.
Saranno uomini come don Vittorio, il prete della Ferrovia e Renato, l’animatore del comitato a non smettere di credere nella necessità di non arrendersi e portare avanti la battaglia “Quello che è stato il nostro passato – ricorderà Don Vittorio nell’assemblea pubblica – deve cedere il posto a un presente di attesa e di responsabilità…L’amianto non è un demonio che ci tiene sotto i ferri: dobbiamo rialzarci ed è tempo di lavorare per il futuro della nostra comunità. Il futuro è nostro e ci appartiene ancora”.