Banda del garage, cinque condanne con rito abbreviato

0
1249

AVELLINO- Con cinque condanne vede fine il processo, svoltosi con rito abbreviato, per il tentato sequestro di un ventenne dipendente di un garage di Avellino che era scappato via con quindicimila euro custoditi nella cassaforte dell’autorimessa nel pieno centro cittadino. Gli imputati hanno ottenuto però attenuazioni delle misure cautelari e per due incensurati, coinvolti in concorso nel piano per sequestrare il giovane è stata disposta la pena sospesa e l’immediata scarcerazione. Due anni e due mesi per Diego Bocciero, classe 88 e Galluccio Elpidio, classe 89, detenuti in carcere per i fatti contestati, difesi dai penalisti Carmine Danna e Gaetano Aufiero, nei loro confronti la Procura aveva avanzato una richiesta di condanna a tre anni e quattro mesi in quanto mandanti del tentativo di sequestro. Da ieri sera hanno anche lasciato il penitenziario di Bellizzi per essere sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, accolta dal Gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. Diciotto mesi per gli altri tre imputati, Ferrante Sabato, Antonio e Alessio Romagnuolo, detenuti ai domiciliari e assistiti dai penalisti Michele De Vita e Nello Pizza. In questo caso è stata disposta la misura dell’obbligo di firma per Antonio Romagnuolo, la pena sospesa invece per i due ragazzi incensurati. Si attende il deposito della motivazione della sentenza. I cinque erano stati mandati a giudizio con il rito immediato, quello chiesto dal sostituto procuratore Cecilia De Angelis, sulla base delle indagini eseguite dai militari agli ordini del capitano Quintino Russo. La contestazione era rimasta quella originariamente e provvisoriamente addebitata dalla Procura Antimafia ai cinque indagati. Praticamente Galluccio e Bocciero sarebbero stati mandanti ed organizzatori del tentato sequestro di un ex dipendente del loro garage, fatti avvenuti tra il 6 ed il 10 marzo scorso tra Avellino e Roma. Antonio Romagnuolo avrebbe concorso mettendo a disposizione dei primi due le informazioni utili per localizzare il giovane che stavano cercando. Gli altri due indagati, Alessio Romagnuolo e Sabato Ferrante insieme ad un altro soggetto che non è stato identificato ancora dagli inquirenti (che avrebbe fornito il supporto e la vettura utilizzata per raggiungere Roma, dove il ragazzo si nascondeva ndr) si erano invece recati nella Capitale per tentare di localizzare la vittima e avevano anche dato la caccia allo stesso. Caccia che non era andata a buon fine solo per una circostanza specifica, la vittima, contattata dai Carabinieri, aveva disattivato il traffico dati del suo cellulare, quindi non era più rintracciabile con il metodo utilizzato dai suoi «cacciatori». Ora si attende il deposito delle motivazioni da parte del Gup del Tribunale di Avellino. Il processo nasce da uno stralcio di un’inchiesta più ampia nata da un procedimenti Antimafia per una vicenda di usura, quella in cui sarebbe maturato l’episodio intercettato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino.