Bene comune e responsabilità civile

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Il quotidiano Avvenire – in collaborazione con la Scuola di economia civile – ha elaborato una classifica del “Ben vivere nei territori” all’interno dei 107 capoluoghi di provincia italiani, sulla base dei principali fattori che influiscono sula qualità della vita delle persone. Tra questi sono stati presi in considerazione la possibilità di esprimere al meglio se stessi, quella di sviluppare le proprie potenzialità, quella di essere generativi, cioè capaci di incidere sulla vita degli altri in maniera significativa. Gli ambiti relazionali valutati, ai fini della classifica, afferiscono alla demografia e famiglia, impegno civile, salute, ambiente, turismo e cultura, legalità e sicurezza, servizi alla persona, lavoro e accoglienza. Ai primi posti della classifica si collocano le province di Bolzano, Trento e Pordenone. Alle ultime postazioni vengono collocate le province del sud: Avellino all’ottantottesimo posta figura al secondo posto tra le province campane, dopo Benevento; seguono Salerno, Caserta e Napoli. Un dato significativo è rappresentato dalla scolarità giovanile: a Bologna i laureati il 37,5% e i diplomati il 75%; nella provincia di Barletta-Andria i laureati sono meno della metà, il 14,5%, i diplomati appena il 70%. Tralasciando altri paramentri utilizzati, ritengo di grande utilità interpretativa della situazione socio-economica irpina l’analisi del parametro della “Responsabilità civile dei territori”. Anche rispetto a questo parametro Avellino – sempre in coda nella graduatoria generale – dopo Benevento, si colloca al secondo posto tra le province campane, seguita da Salerno, Napoli e Caserta. L’indice di “Resposabilità civile del Territorio”, viene validato da alcuni principi che lo collocano al concetto di “vivibilità”: la bellezza degli spazi urbani non devastati, qualità delle istituzioni, impegno della comunità locale, riduzione del verde urbano, coesione sociale. Basta leggere attentamente l’enciclica “Laudato si” per scoprire una sintesi completa della grande prospettiva della responsabilità civile. Prospettiva che presuppone un percorso dinamico per un nuovo sistema socio-economico con almeno quattro tappe di sostegno: mercato, istituzioni, cittadinanza attiva e imprese responsabili. Calando questi parametri di valutazione nel contesto civile e socio-economica della comunità cittadina di Avellino e in quello di tante comunità irpine è facile dedurre con serenità di giudizio, che il bene comune è affare di tutti, cittadini, amministratori, imprese, Terzo settore. È anche facilmente intuibile che lo stesso bene comune è necessariamente connesso alla responsabilità civile e questa ad una partecipazione attiva e responsabile per la costruzione del migliore “ben-vivere” possibile. Ma la qualità del migliore vivere, quanto la responsabilità civile, si misura anche guardando al successo di azioni positive che contribuiscono a realizzare un ambiente migliore per tutti: diffusione della raccolta differenziata, rispetto del verde pubblico, cani al guinzaglio tenuto da persone civili in modo da non inzozzare gli spazi cittadini, la capacità di gestire al meglio le risorse idriche, depurazione accurata delle acque reflue, guida delle auto con il rispetto delle norme stradali. Basta camminare a piedi per le strade cittadine di Avellino per capire perché Avellino si trova all’ottantacinquesimo posto delle graduatoria delle 107 province italiane. Il dibattito sociale, culturale e programmatico dell’attuale campagna elettorale, dovrebbe confrontarsi con il quadro socioeconomico considerato con la responsabilità e la competenza necessaria. È davvero triste rilevare il contrario: solo squallida difesa di posizioni personali e velenosi tentativi di opacizzare l’immagine degli altri competitori.

di Gerardo Salvatore