Biodigestore Chianche, i comuni: verifica sull’iter amministrativo

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VALLE SABATO – Presso la Sezione di Napoli del T.A.R. della Campania, si è tenuta ieri l’udienza relativa al ricorso presentato dai Comuni dell’area D.O.C.G. del “Greco di Tufo” , contro la decisione del Comune di Chianche di realizzare un biodigestore di trattamento di 30.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, tra l’altro non utilizzabili come composti agricolo, nel proprio territorio.

Attraverso il ricorso è stata evidenziata la necessità che vi sia una consulenza tecnica sull’intero procedimento amministrativo al fine di verificare se esistono le reali condizioni per la sua edificazione e, in particolare, di conoscere il reale iter amministrativo fin qui seguìto e l’effettiva corrispondenza di quanto dichiarato nel progetto di fattibilità dove si ravvisano diffusi e documentati elementi di non corrispondenza allo stato reale di cose presenti. In attesa del pronunciamento del T.A.R della Campania il Coordinamento unitario continuerà e intensificherà il suo impegno presentando al Ministro dell’Ambiente e alla Procura della Repubblica di Benevento un esposto di merito e, nel contempo, prevedendo una serie di ravvicinate iniziative sul territorio con le popolazioni locali nonchè la rappresentazione mediatica a livello nazionale di questo vero e proprio scandalo di civiltà, deciso dal solo Sindaco di un comune di 487 abitanti con l’incredibile avallo della Regione Campania, per impedire che le “Vie del Greco” si trasformino nelle “Vie della monnezza”.Il Biodigestore di Chianche, un mostro sulle strade del vino Il territorio secondo associazioni e comitati e inidoneo sotto molteplici punti di vista: “per la viabilità inadeguata a reggere il traffico di continui mezzi pesanti, per la distanza dal casello autostradale più vicino, perché è in prossimità del fiume Sabato, ma soprattutto perché qui avviene la produzione di un vino DOCG come il Greco di Tufo – spiega Franco Mazza”. Toni allarmanti anche da parte del Consorzio dei Vini che vede a rischio non solo la produzione di un’eccellenza unica al mondo, ma anche la possibilità di continuare ad investire nel turismo enogastronomico, settore in forte crescita capace di generare lavoro e far girare l’economia. «Il Biodigestore di Chianche, un mostro sulle strade del vino. Si rischia – sottolinea il consorzio – di distruggere il turismo del vino, quindi ci appelleremo all’art. 1 della legge 12 dicembre 2016 n. 238 che riconosce al vino il valore di “Patrimonio culturale nazionale”