Bocci ospite del Convitto Colletta: la politica riparta dalla lezione di De Sanctis

0
998

 

Il 10 Aprile 2017 il Convitto Nazionale ha ospitato Cesare Bocci, il noto attore protagonista di varie fiction, prime fra tutte "Il Commissario Montalbano". L’ occasione è stata creata nell’ambito del bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, per proporre ai ragazzi la lettura critica di alcuni passi del " Viaggio elettorale".
Nonostante l’affollamento nell’ Aula magna, particolarmente gremita per l’ occasione, Bocci ha subito istaurato un rapporto diretto con il giovane pubblico. Sceso così dal palco ha subito conversato amabilmente, confondendosi fra i ragazzi anche grazie al garbato stile di sessantenne in jeans e camicia. "Non conoscevo il De Sanctis – avverte l’ attore-  ma ho sempre amato leggere perché, tramite un libro, si può entrare con l’immaginazione nella vita di un’autore". Il “Viaggio elettorale” seduce proprio per questo, raccontando un’esperienza politica e di vita compiuta dal De Sanctis che si rivela profondo conoscitore dei paesi e delle genti d’Irpinia.
La lettura di Bocci affascina e coinvolge per dizione ed interpretazione e, stranamente, con quasi centocinquanta ragazzi in sala, cala un silenzio che consente, idealmente, di riudire quei suoni perduti del tardo Ottocento. Sembra di ripercorrere, cullati dalla voce di Bocci, quelle strade sterrate che videro il De Sanctis attrversare la nostra Irpinia, passando per Rocchetta “la poetica”, Bisaccia “la gentile”, Calitri “la nebbiosa” e Andretta “la cavillosa”. L’ attore marchigiano, al termine della lettura dei brani proposti, appare subito interessato alle curiosità degli allievi, spiegando anche le ragioni del cavillo che portò ad indire le nuove elezioni del 1875. De Sanctis in Irpinia non ebbe, però, il consenso sperato, quel viaggio a Morra gli valse a stento venti voti ma il letterato non perse mai il desiderio di confrontarsi con i suoi avversari, convinto che la politica fosse condivisione dei problemi per trovare soluzioni.
Apprezzabili gli interventi degli alunni della secondaria di primo grado del Convitto, i quali hanno riletto alcune pagine del “Viaggio” da cui hanno tratto tante suggestioni come quella nebbia che il Tasso avvertì nel suo soggiorno a Bisaccia. La discussione passa al rapporto fra politica ed etica che sembrano essere inconciliabili.
 "Anche ai tempi del De Sanctis sembrava impossibile che in politica operassero uomini onesti, ma il problema -precisa Bocci- è ancora più presente nella politica attuale. I vitalizi dei nostri parlamentari sembrano intoccabili, solo nei comuni resiste ancora un senso della misura".
 Il pensiero di Bocci va alla sua attività di ex assessore alla cultura del suo comune marchigiano, a conferma di una versatilità di interessi dell’ attore.
 I liceali  del Convitto  gli ricordano, dunque, della sua laurea in geologia.  "Anche se non ho mai esercitato la professione, lasciando al mio amico lo studio appena aperto, gli interessi di geologia sono sempre vivi in me. Ero ospite a Matera- ci racconta l’attore- in un hotel situato fra i Sassi, la cui gentile proprietaria mi faceva notare lo stato dei fossili presenti nella mia camera. Di lì, quasi per istinto, è partita una mia “lezione”, ripensando ad alcuni appunti  universitari."
Bocci convince sempre di più la platea, sa mostrare ancora entusiasmo e sorpresa per i successi a cui dovrebbe essere abituato, tornando col pensiero proprio alla sua recente partecipazione al meeting di Matera, finalizzato alla vendita delle fiction Rai nel mondo. "Abbiamo iniziato le riprese di Montalbano nel lontano 1998 ma, dopo vent’anni, la serie è conosciuta persino nelle zone asiatiche."
Bocci sa farsi anche  analista dello stato della fiction televisiva con opportuni riferimenti a serie come Gomorra ed al personaggio di Rocco Schiavone. "Non dobbiamo dimenticare – puntualizza l’attore – che fiction ritenute poco esemplari non necessariamente devono indurre a comportamenti sbagliati, anche  perché i giovani sanno distinguere il bene dal male , sopratutto se guidati da noi adulti."
Il pensiero dell’attore va alla figlia diciassettenne della quale non viene nascosta la comune ossessione per i social. "Mia figlia è come voi, il cellulare è quasi un’estensione della sua mano; da padre non censuro questi comportamenti perché, da giovani, anche noi, pur con mezzi diversi, amavamo parlare a telefono, ma non tollero che ragazzi seduti allo stesso tavolo non scambino opinioni dirette al momento."
 La bravura di Bocci si rivela proprio in alcuni gesti di mimica, nel riprodurre  l’ossessionante typing sugli Smartphone, ma il gesto che seduce di più è quello che ricorda che occorre un "ponte fra mente e cuore", per realizzare con passione i propri sogni.
"In questo consiste la vitalità del messaggio desanctisiano. Vi esorto – ribadisce Bocci- a recuperare quell’ invito del letterato di Morra a studiare, perché con la cultura ci si difende e si è più liberi. De Sanctis, pioniere di linee ferroviarie storiche come Avellino- Ponte Santa Venere, fu quasi ossessionato dalla presenza di una scuola in ogni comune, perché non può esserci vera comunicazione senza la maturazione di idee e pensieri da scambiare in un contesto di reciproco e corretto confronto”.
 L’ intervento di Bocci al Convitto Nazionale convince perché fondato sullo scambio di emozioni che inducono i redattori di ΕΩΣ, giornale di istituto a chiedergli: " Ci permettiamo un riferimento alla sua vita personale… In un suo romanzo "Pesce d’aprile" lei racconta di uno "scherzo della vita" dovuto a problemi di salute della sua compagna. Giocando con il titolo della sua fatica letteraria, se dovesse pensare ad un suo nuovo scritto, magari intitolato "L’ uovo di pasqua ", come lo imposterebbe?".
L’ attore si commuove ma,apprezzando l’intervento dei ragazzi, risponde:" Non c’è metafora più bella, perché la vita sa riservarci anche delle sorprese, attimi di serenità da saper cogliere con il dovuto slancio."
Finita l’intervista, è il tempo dei saluti e dei selfie ai quali l’ attore non si sottrae, gentile e disponibile con tutti i ragazzi. Bocci lascia l’Aula magna ma, prima di andar via dall’istituto, il suo sguardo cade su quella lapide sulla  Presidenza e su quel busto nei giardini del Convitto che ricordano la presenza del De Sanctis nel glorioso istituto, in cui è tornata a vibrare l’eco di parole  di quell’  irpino illustre, nato 200 anni fa ma che può  ancora insegnare tanto ai giovani d’oggi!