Bollottaggio: decide l’affluenza 

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Il ballottaggio per la scelta del sindaco di Avellino, che si svolgerà domenica prossima, si carica di un forte significato politico nazionale. Non è un caso che i vertici del Pd, da Gentiloni a Martina a Delrio, guardano con grande attenzione al risultato finale. E si spiega. Avellino è stata tra le poche realtà in Italia in cui il Partito democratico non solo ha mantenuto le posizioni, ma ha guadagnato anche qualche percentuale in più. La vittoria del candidato del centrosinistra avrebbe quindi, il significato del recupero di un prestigio perduto. Dall’altra parte, per i pentastellati, che schierano ministri sul terreno avellinese, il risultato di domenica prossima sarebbe una verifica sulla tenuta del Movimento, che ha visto pesantemente diminuire i consensi tra il voto del 4 marzo e quello del primo turno delle elezioni amministrative. Da tutto ciò si rileva che il voto ha una sua valenza nazionale. Chi avrà la meglio? Non avendo la sfera di vetro non mi azzardo a leggere il futuro. Mi limito qui a decodificare i dati di cui dispongo. La differenza di partenza tra i due candidati sindaci è notevole: il centrosinistra con Pizza dispone di circa il 42% dei consensi. Il M5S con Ciampi del 20%. A rigor di logica non ci dovrebbe essere partita. Pizza naviga con il vento in poppa. In realtà per motivi diversi, che qui sarebbe lungo raccontare, contro Pizza si va costruendo in queste ore un fronte composto da quelle liste che al primo turno sono rimaste appiedate, sia pure con risultati non proprio negativi. Questo grumo, se compatto, raggiungerebbe il 29% dei consensi che sommato alla percentuale ottenuta dal M5S farebbe sbalzare i pentastellati vicini al successo finale.
Ma le variabili sono tante. Tra queste ci sarebbe il “caso” Gianluca Festa. La sua rinuncia a candidarsi a sindaco appare ai più molto sospetta. Secondo alcuni sarebbe stato il governatore della Campania Vincenzo De Luca a “ consigliarli” di astenersi. Solo voci? O qualcosa di altro? Per tagliare la testa al toro il governatore De Luca, se mai fossero vere le voci che circolano, avrebbe il dovere di intervenire e fare chiarezza. Certo è che se la lista di Festa si orienterebbe in modo diverso dal centrosinistra, la sua scelta penalizzerebbe ulteriormente Nello Pizza. Altra variabile è l’atteggiamento che vanno assumendo le liste di Avellino è popolare, di espressione De Mita-Petracca, che in forza del successo ottenuto avanzerebbero pretese nella composizione del futuro governo cittadino. C’è, inoltre, da considerare che essendo il ballottaggio una partita a sè coloro che si erano candidati e non sono risultati eletti , avrebbero, in teoria motivi per non ripresentarsi alle urne. A questo punto l’affluenza alle urne domenica prossima diventerebbe decisiva per il successo di una delle forze in campo. Il dato, però, di maggiore preoccupazione è la governabilità della città. Se dovesse avere la meglio il centrosinistra di Pizza, il consiglio comunale potrebbe disporre di una maggioranza di 20 consiglieri (sette solo del Pd) su 32. Al contrario, se dovessero avere la meglio i pentastellati, non avrebbero la maggioranza consiliare potendo contare su solo 14 consiglieri. L’ingovernabilità avrebbe grande spazio. Ultimo, ma non ultimo, il discorso della qualità del consiglio comunale. Scorrendo i nomi degli eletti è evidente che una notevole parte dei consiglieri premiati dal voto sono gli stessi che hanno decretato l’agonia della città, avendo fatto parte della passata consiliatura. In qualche caso la loro elezione si coniuga con lo sfrenato clientelismo che è stata la radice del male della giunta guidata da Foti, Come si evince da queste brevi notazioni la partita è ancora tutta da giocare. A mio avviso, decide la percentuale dei votanti che, probabilmente, non raggiungerà quella del primo turno. Di qui si prevede una settimana di grande mobilitazione, di cambio di qualche strategia, di partecipazione delle squadre in campo nei quartieri popolari e non solo. Ancora una volta l’atteggiamento della borghesia cittadina potrà influire sul risultato elettorale.

di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud