Calcioscommesse e camorra, errore giudiziario su Millesi: arresti revocati

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Grazie ad un cavillo “Ciccio” Millesi, calciatore che ha militato per tanti anni in serie B indossando anche la fascia di capitano dell’Avellino, da poco è di nuovo un uomo libero e potrà di nuovo essere in campo.
Come si ricorderà, il Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della direzione antimafia di Napoli, in data 23.05.16 aveva disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su alcune partite di calcio del campionato di serie B dell’anno 2014 che, secondo l’accusa, sarebbe state combinate, anche grazie a Millesi .
Sinora il calciatore si è rifiutato di rispondere alle domande di magistrati, anticipando tramite il suo difensore che avrebbe reso ampie dichiarazioni ai giudici del Tribunale del riesame di Napoli.
Vi era molta attesa per le dichiarazioni dell’uomo chiave dell’inchiesta, grazie al quale secondo le parole di un pentito del clan Vanella Grassi di Secondigliano i camorristi avrebbe scommesso in due occasioni 400 mila euro, sicuri di vincere.
Ma l’accoglimento di una eccezione formulata dal difensore del calciatore, l’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli, ha impedito al Tribunale di saggiare la fondatezza della ipotesi accusatoria con riferimento ai rilievi, di fatto e di diritto, tracciati da chi è chiamato a smontare il pesante cartello accusatorio.
Questa mattina la difesa ha eccepito la irregolare notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza al proprio assistito, il quale non è stato tradotto in aula , nonostante lo avesse chiesto sia personalmente con telegramma, sia in aggiunta, tempestivamente, manifestato la sua volontà di essere presente in udienza, come da richiesta effettuata dal suo avvocato anche nel momento del deposito del ricorso al Tribunale di Napoli.
Il Tribunale, in questi casi, fissa una nuova udienza nei giorni successivi, ma questa volta ha trovato la strada sbarrata dai tempi imposti dal codice di procedura penale.
Infatti, avendo l’avv. Dario Vannetiello proposto immediatamente ricorso, il Tribunale, secondo il calcolo di rito, doveva decidere entro il nove giugno e non è stato possibile fissare l’udienza entro tale data in quanto l’accusato ha diritto a ricevere l’avviso di fissazione dell’udienza almeno tre giorni prima .
E così, per ragioni formali, il Tribunale ha dovuto dichiarare la perdita di efficacia della ordinanza che aveva imposto gli arresti domiciliari restituendo la libertà a Francesco Millesi .
In sintesi, la difesa la partita l’ha vinta non sul campo, ma a “tavolino”, non avendo saggiato quanto la difesa sostiene oramai da giorni : le due partite Modena-Avellino e Avellino-Reggina non sono state combinate, a differenza di quanto riferito dal pentito Accurso Antonio.
L’avvocato Vannetiello è pronto a lanciare sul tappeto una serie di dati di fatto dimostrativi della perfetta regolarità delle due partite oggetto di attenzione, oltre ad aver enucleato una pluralità di ragioni giuridiche onde dimostrare la insussistenza del grave reato di concorso esterno in associazione mafiosa mediante il solo vantaggio che sarebbe stato offerto ai camorristi – ma è da dimostrare – nella scelta delle puntate che costoro avrebbero effettuato.
Millesi con i camorristi del clan Vanella Grassi non ha né un messaggio, né una telefonata; sarebbe con loro andato a cena, insieme ad altri, ma non è dato sapere cosa si sono detti, come non è provato che il catanese Millesi sapesse che costoro erano camorristi.
Intanto, per ora, grazie ad un cavillo eccepito dalla difesa, gli arresti domiciliari sono stati cancellati.
Poi, si vedrà.