Calcioscommesse: Millesi chiede di essere sentito dalla Corte federale di appello

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All’esito del giudizio di primo grado la maggior parte degli episodi ritenuti indizianti a carico di Ciccio Millesi è venuto meno.
Infatti, la difesa, tra i tanti episodi contestati, ha dimostrato che Millesi non propose né ad Arini, né a Castaldo di alterare alcuna gara; inoltre, ha dimostrato che Millesi non contattò affatto Peccarisi, tra il primo ed secondo tempo, per far subire un gol dal Modena.
Non deve stupire affatto il proscioglimento dei calciatori Castaldo, Peccarisi, Arini e Pisacane in quanto costoro erano gravati da un solo indizio e, soprattutto, non avevano avuto alcun rapporto né con i camorristi, nè con Luca Pini.
La posizione di tutti i sopracitati calciatori era completamente diversa e più facile da definire, oltre che molto distante da quella di Millesi, se sol si pensi che i predetti calciatori non risultano neppure essere stati indagati dalla Giustizia penale ordinaria.
Solo Millesi ed Izzo sono indagati dalla direzione distrettuale antimafia e solo il primo raggiunto dalla ordinanza di custodia cautelare, circostanza quest’ultima di innegabile rilievo che ha finito per condizionare la giustizia sportiva.
Ma l’avvocato Dario Vannetiello che difende Millesi è già al lavoro ed ha immediatamente dato avvio al secondo grado di giudizio, senza mezzi termini, inviando alla Corte di appello Federale il cosiddetto preannuncio del reclamo, con una interessante novità.