Cambiamento radicale

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di Nino Lanzetta

Diciamoci la verità senza infingimenti: l’Italia è in decadenza, progressiva e inarrestabile, da oltre un decennio e la sua democrazia è in pericolo.

Le povertà sono aumentate (5,6 milioni in povertà assoluta e il 25%  a rischio); le disuguaglianze pure mentre la ricchezza si è sempre più concentrata in poche persone e la mafia e la ‘ndrangheta controllano gran parte della nostra economia; i salari sono fermi da trent’anni e la dignità e i diritti dei lavoratori e dei più deboli sono sempre più umiliati; il disastro ambientale, annunciato, si manifesta in tutta la sua gravità; gran parte della stampa è sempre più asservita ai poteri forti e governativi; la rassegnazione e l’indifferenza verso la politica ha sostituito il dovere civico e la voglia di combattere. Queste riflessioni sono state analizzate da anni dal nostro giornale e da pochi altri con nessun risultato.

Leggere perciò oggi le pagine scritte con semplicità e passione da un capitalista e imprenditore illuminato come Carlo De Benedetti nel suo libro denuncia: “Radicalità, il cambiamento che serve all’Italia” Solferini edizione 2023, induce alla speranza perché anche in molti industriali illuminati si fa strada la convinzione che bisogna cambiare decisamente rotta e fare, con coraggio e perseveranza cambiamenti radicali quanto coraggiosi per rimettere il Paese in carreggiata.
De Benedetti scrive “della ritirata della politica su ogni fronte della convivenza civile”, che “Il capitalismo non è all’altezza del nuovo mondo che si va configurando” e conclude che ”L’aspetto peggiore è che i costi maggiori della crisi verranno scaricati sulle spalle dei più deboli. In questa situazione, infatti, le decisioni del governo è stata di togliere soldi ai poveri”.

“La crisi in atto aggraverà la frattura nazionale già profonda che divide l’Italia. Il nostro meridione non ha riserve. Il Sud d’Italia ha solo pelle sulle ossa, mentre il Nord ha un cuscinetto di grasso, maggiore o minore a seconda delle entrate, degli stipendi e delle abitudini di spesa. Invece di preoccuparsene, il governo lavora all’autonomia differenziata, che esattamente come fa la flat tax, è una misura di estrema ingiustizia, in netta contraddizione con il principio della solidarietà enunciato dalla nostra Costituzione. Ma spingere verso un’ulteriore diversificazione del livello dei servizi tra regione e regione è colpevole stupidità”.

E ancora: “Non bastano più piccoli aggiustamenti del sistema. La politica deve prendere di petto i due temi chiave del nostro tempo, le disuguaglianze e l’ambiente”. Il governo della Meloni non si rende conto della crisi epocale che stiamo vivendo e si muove in continuità con i precedenti. “Chi ci governa dimostra una ignoranza istituzionale e una protervia preoccupante e che le politiche finora varate vanno in tutt’altra direzione rispetto alle vere necessità del Paese. Ma d’altra parte, a contrastare queste politiche, non c’è nessuno”.
No ci resta che sperare che la Schlein, la nuova segretaria del PD, che sembra avere le idee chiare, possa favorire radicali cambiamenti.