Corriere dell'Irpinia

Caos carcere di Bellizzi, contestazione pacifica

AVELLINO – Contestazione pacifica presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino. Agenti, sindacati e personale hanno, infatti, incrociato le braccia per protestare contro le scelte unilaterali del dirigente amministrativo del penitenziario del capoluogo irpino, chiedendo anche un confronto con il direttore del carcere.

Mancanza di personale, assenza del piano ferie, mezzi di trasporto e vestiario inadeguato. Ulteriore aspetto drammatico, vissuto all’interno della casa circondariale irpina, è quello relativo al personale sanitario che vive, specialmente negli ultimi tempi, momenti di forte disagio (sei infermieri rimasti all’interno del penitenziario a fronte di ben 700 detenuti presenti). “Denunceremo in tutte le sedi opportune questa situazione insostenibile – afferma il segretario Cgil del capoluogo irpino, Franco Fiordellisi.

La vicenda del personale sanitario, dislocato nelle carceri tramite l’Asl, si intreccia e si confonde con le problematiche degli agenti della Polizia Penitenziaria”. Orlando Scocca, componente del coordinamento regionale di Avellino, chiede a gran voce anche l’aiuto del Governo “affin – ché si diano risposte ad un sistema penitenziario fragile e frammentato”. L’in – vito di Scocca è rivolto anche all’onorevole pentastellato, Michele Gubitosa, affinché segua con maggiore insistenza una situazione che, specialmente negli ultimi tempi, si è fatta estremamente complessa e meritevole dell’interesse politico nazionale. Solo qualche settimana fa, infatti, un altro sciopero, si era tenuto davanti alla casa circondariale di Ariano Irpino in seguito alla rivolta dei detenuti avvenuta, lo scorso 13 giugno, proprio nel carcere sito nella Città del Tricolle: i motivi, anche in quel caso, erano simili a quelli esposti nella giornata di ieri ad Avellino. Proprio sul caso del penitenziario arianese era intervenuto anche l’onorevole Genero – so Maraia che, nel corso della sua visita al carcere del Tricolle, aveva sottolineato la carenza di organico di cui soffriva la struttura: “Non è accettabile – aveva evidenziato l’espo – nente del Movimento Cinque Stelle – che a fronte di quasi 300 detenuti ci siano solo una trentina di poliziotti: è una sproporzione notevole. L’episodio della rivolta – chiosava Maraia – è imputabile ad un solo detenuto che ha potuto sfruttare i limiti di sicurezza del nuovo padiglione: è vergognoso che il cancello non abbia retto. Per questo è stato necessario richiedere rinforzi dall’ester – no”. Una situazione estremamente complessa, quindi, che continua a riguardare numerosi case circondariali non solo irpine, ma anche campane.

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