Scuola: si torna in classe ma troppi nodi ancora da sciogliere

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Alla vigilia del rientro nessuno dei nodi posti negli ultimi mesi e’ stato sciolto: eppure se ne e’ parlato tanto, troppo ovunque senza che la politica, cioe’ chi ci governa, mettesse in campo le azioni necessarie.

 

Rientriamo a scuola, non appena saremo in arancione, avendo somministrato ad una parte dei docenti solo la prima dose di vaccino: questo non garantisce assolutamente l’immunita’; non e’ previsto un sistema di screening serrato ne’ per chi non ha voluto o non ha potuto ancora vaccinarsi, ne’ per gli studenti di ogni eta’ con sistemi di cui si e’ parlato a lungo, tamponi veloci, test salivari.

 

La regione e dunque i dipartimenti asl di prevenzione e protezione si sono ampiamente dimostrati inefficaci ed inadeguati nell’intessere relazioni con le scuole ma del resto sulle spalle dei dirigenti scolastici e’ stato gettato il maggior peso: ne’ Azzolina , ne’ Bianchi ora si sono mostrati all’altezza del compito. Si pensi che ancora nn e’ prevista una data per una tardiva ma necessaria nuova discussione sul protocollo di sicurezza.

 

A scaglioni riaprira’ progressivamente ogni attivita’ in un paese in cui la media dei vaccinati e’ bassissima rispetto ad Inghilterra ed Israele , per fare un esempio semplice , semplice.

 

Manca poco alla presentazione del PNRR ma rispetto alle risorse sull’istruzione nn siamo lontani dal solito approccio episodico: una spruzzata qua, una spruzzata la’ e si accontentano gruppi di interessi senza mettere mano all’unica vera scelta necessaria ovvero ridurre drasticamente il numero degli alunni per classe, per avere sicurezza e qualita’ della didattica e rivedere lo scempio dei requisiti dimensionali degli istituti scolastici attribuendo nuovi requisiti permanenti che consentano di avere scuole umane.

 

Di tutto questo , pero’ , neanche l’ombra in una discussione del MI con le OO SS che e’ ancora tutta embrionale.

 

Un’ultima osservazione: abbiamo chiesto ( oo ss scuola) di essere vaccinati con priorita’ per il lavoro che svolgiamo ma ci resta un po’ troppo appiccicata addosso la brutta sensazione che l’efficacia e la fattibilita’ del vaccino assegnatoci sia stato testato anche su di noi come sulle forze dell’ordine e soprattutto sulle donne piu’ giovani che lavorano in entrambi i comparti.

La sospensione per gli under 60 ancorche’ giusta lascia un grande senso di solitudine e abbandono in chi ha fiducia nelle istituzioni. Peggio sara’ per i lavoratori del privato che dovranno accontentarsi di cio’ che arriva, qual che sia.

Che l’Europa sociale abbia categorizzato l’utilita’ economica del cittadino avente diritto al vaccino senza fare una seria e universale pianificazione degli acquisti e’ l’ennesimo simbolico tradimento di un’unione che di sociale non ha piu’ nulla se non l’imbarazzo nei confronti dell’America di Biden che con vaccini di ultima generazione ha proceduto a vaccinare a tappeto.

 

Non si e’ affrontata seriamente la risposta al monitoraggio costante ne’ all’immunizzazione perche’ quando accetti per decenni supinamente questo scandaloso sistema di produzione e consumo denominato neoliberismo o sei all’altezza di fare ricerca e produzione perche’ ci metti fondi, sia pubblici che privati, o altrimenti sei a traino e fai pagare un prezzo molto alto alla tua popolazione peraltro con una serie insopportabile di mistificazioni retoriche.

 

Non c’e’ solo piu’ poverta’ dopo piu’ di un anno; c’e’ molta sfiducia in chi si avvicenda al governo e la triste sensazione che ognuno si debba salvare da solo. Come Cgil continuiamo a credere che nn sia questa la strada e continueremo a fare pressioni per avere dati certi: la scuola e la sicurezza non sono uno spot e se davvero la scuola in presenza e’ tanto importante ci dessero l’organico che ci occorre e la finissero con questa campagna elettorale permanente.

Erika Picariello