Caos scuola, Labruna (Terra): «Ad Avellino e provincia nulla è stato ancora definito: situazione insostenibile»

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«Nel mezzogiorno e nelle aree  interne, più che altrove, la riapertura delle scuole è una priorità: si tratta di una questione fondamentale per la vita delle persone, per il futuro delle giovani generazioni». Rita Labruna, capolista di Terra nel collegio di Avellino, interviene a meno di un mese dalla ripresa dell’attività scolastica. «Fino a oggi – osserva la candidata al consiglio regionale – non abbiamo ancora la certezza del rientro in presenza: la didattica a distanza, che non può sostituire la relazione tra docente e discente, deve essere un caso eccezionale».
«Il dibattito politico di questi giorni, si è concentrato sulla priorità dei luoghi di divertimento, rispetto a quelli dell’istruzione, formazione e conoscenza. Eppure la scuola dovrebbe essere il pilastro della nostra giovane democrazia costituzionale. Le famiglie, i genitori sono smarriti perché non sanno ancora come e se i loro figli ritorneranno in classe, l’utilizzo della didattica a distanza incide anche nelle loro scelte lavorative. I genitori dovranno gestire casa, scuola, lavoro: quindi come si potranno organizzare i tempi di vita? Sono queste le criticità che devono essere affrontate dalla Regione».
«Nella provincia di Avellino, così come nella città capoluogo, nulla è stato ancora definito: diversi incontri tra le parti sociali e le istituzioni anche alla presenza dei dirigenti scolastici si sono risolti con un nulla di fatto. E al momento gli studenti e i loro genitori non sanno ancora come, dove e quando torneranno tra i banchi: una situazione, che a meno di un mese dalla riapertura, è inconcepibile. La scuola, come tanti altri servizi, ha già subito enormi tagli: c’è bisogno, allora, di una radicale discontinuità, con le soluzioni degli ultimi due decenni, per dare speranza e fiducia, riducendo le disuguaglianze, in particolare delle donne e dei giovani».
«I dirigenti, non sanno ancora quanti locali avranno a disposizione, se i docenti, personale Ata e l’organico  Covid corrisponde al fabbisogno reale. Dall’altro lato bisogna ragionare sul sistema di servizi che ruota intorno a quello scolastico, a partire dai trasporti. Si finanziano bonus studenti fino a 35000 euro di Isee, ma non si prevede come gli stessi potranno utilizzare i trasporti e se saranno garantite le condizioni di sicurezza. La pandemia non sembra un evento transitorio, quindi questo implica ripensare tutti gli spazi, i luoghi in questa ottica, ma con una prospettiva di lunga durata».
«Intanto – informa Labruna – oggi tornerà a riunirsi il Comitato tecnico scientifico chiamato a fare un nuovo punto sulle misure in vista del rientro a scuola. Al centro dell’attenzione ci saranno l’uso della mascherina in aula e le indicazioni per la gestione di eventuali casi di Covid».