Caposele, Gratteri ai giovani: studiate e non fatevi fregare dagli adulti. Se non vi piace il sistema ribellatevi

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“La mafia vi vuole schiavi, non produce lavoro ma sottosviluppo. Non dobbiamo assuefarci a questo modello, dobbiamo ribellarci”. E’ il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri a ribadire il valore dell’educazione alla legalità nel processo di rinascita delle aree interne nel confronto con gli studenti dell’istituto Comprensivo “F. De Santis” di Caposele e dell’ISS “F.De Santis” di Sant’Angelo dei Lombardi.
Un confronto, moderato da Elisa Forte, alla presenza del prefetto Paola Spena, di Lorenzo Melillo, sindaco e rappresentante dell’amministrazione comunale e della comunità di Caposele, Pasquale Cascio, arcivescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Lorenza di Lauro, assessora ai servizi legali e dai dirigenti scolastici delle due scuole coinvolte Emilia di Biasi e Gerardo Cipriano. Il magistrato originario di Gerace ha raccontato del suo impegno nella lotta alla ‘ndrangheta, lanciando un monito forte alle nuove generazioni: “Solo facendo ogni giorno la vostra parte, dedicandovi a ciò in cui credete, potrete contrastare la criminalità organizzata. E’ quello che faccio anche io, non mi spaventa il rischio di morire perchè credo in ciò che faccio. La coerenza è fondamentale nella vita di ciascuno di noi. Non si può passare la vita a scappare, che vita sarebbe?”, Mette in guardia i giovani dai falsi miti che propone la ndrangheta. “Quello del mafioso – spiega – può apparire un modello vincente in un tempo di disperazione come quello in cui viviamo, soprattutto nei territori più fragili, in cui lo Stato è meno presente, in cui il politico spesso sparisce il giorno dopo delle elezioni. Ma è chiaro che non è così”. Sulla vicenda della chiusura dei piccoli Tribunali sottolinea come “Non possiamo considerare il Tribunale un indotto, non possiamo vivere di pubblica amministrazione. I tribunali troppo piccoli o troppo grandi non funzionano bene. Nè possiamo attribuire la loro chiusura alla mafia. Dovreste scommettere su un’agricoltura intelligente, vivere producendo, fare in modo che i prodotti del territorio non escano da questa terra”. Ricorda come la “Calabria ha alzato la testa, a parlare sono i dati, è aumentato il numero delle persone che credono nella giustizia, che denunciano, che si affidano alla forze dell’ordine”.Ma non nasconde la sua amarezza in un paese in cui “Tutto è frutto di un compromesso al ribasso. La politica in Italia non è in grado di progettare a lunga scadenza, di investire sull’istruzione, di risolvere il problema del Sud, riesce a guardare solo al presente. Ecco perchè dovete studiare. Solo studiando avrete gli strumenti per comprendere il mondo degli adulti e ribellarvi ad essi. Contestate, occupate le piazze, protestate in modo democratico, non fatevi prendere in giro dagli adulti”. E spiega come “In Parlamento solo in pochissimi a comandare, ecco perchè non mi ha mai sfiorato l’idea di candidarmi. Sarei solo una pedina”. Ricorda un giovane collaboratore scolastico, la cui vita è cambiata dopo l’incontro con le forze dell’ordine “Era un killer, sembrava un animale in gabbia, ma il confronto con chi aveva più esperienza e credeva nel suo lavoro lo ha trasformato. Si è sposato, ha cominciato a lavorare, è stata una grande vittoria”. E sulle pene “C’è bisogno di pene certe ma io sono contrario a ogni violenza nel sistema carcerario” Sono stati quindi i dirigenti De Blasi e Cipriano a porre l’accento sul ruolo cruciale della scuola che può educare al bello e alla cittadinanza attiva “Solo una partecipazione attiva alla vita del paese può restituire un futuro a questa società”