Casaleggio, il silenzio e la strategia

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La prima volta che è apparso pubblicamente a nessuno è sembrato un leader politico, a vederlo con i capelli lunghi tra il grigio e l’argento assomiglia ad un guru. E’ questo soprannome lo accompagnerà nella sua breve avventura politica. Gianroberto Casaleggio è morto a 61 anni. In pochi hanno ascoltato la sua voce e in un mondo dove tutti parlano, anche se non hanno niente da dire, il suo silenzio era una straordinaria qualità. Rarissime le interviste, poche uscite pubbliche, nessuna apparizione televisiva, qualche comizio insieme a Beppe Grillo. Poche parole e molto potere all’interno del movimento cinque stelle che ha fondato proprio insieme al comico genovese. Amici e diversi. Pacato e schivo Casaleggio, irruente Grillo. Narrano le cronache che i due si sono conosciuti in un camerino di un teatro dopo uno spettacolo in cui Grillo distruggeva dei computer. L’oggetto che diventerà il simbolo dei cinque stelle. In seguito il rapporto tra i due diventerà quasi simbiotico. Insieme progettano il blog beppegrillo.it, propongono la rete dei Meetup (gruppi che si incontrano sul territorio grazie alla Rete), organizzano insieme i Vday di Bologna e di Torino, l’evento Woodstock a 5 Stelle a Cesena e altri incontri nazionali, come a Milano dove, il 4 ottobre 2009, giorno di San Francesco, al teatro Smeraldo prese vita il Movimento 5 Stelle. Il rapporto con Grillo era diventato una costante nel tempo, si vedevano un paio di volte al mese aMilano o a Genova con l’obiettivo primario di condividere delle idee e di prendere le decisioni. Quest’ultimo punto resta il più controverso. A decidere le sorti del movimento secondo l’accusa degli avversari dei cinque stelle non sono i militanti attraverso il web ma Beppe e Gian Roberto. Casaleggio in particolare viene attaccato come espressione dei poteri forti della finanza americana. Lui replica sostenendo che non è mai entrato nell’ambito dei programmi delle liste, né ha mai imposto alcunché. A chi ha chiesto un consiglio l’ha sempre dato, ma in questo non c’è nulla di oscuro. Mi hanno attribuito – spiega – dei legami dalla massoneria, al Bilderberg, alla Goldman Sachs con cui invece non ho mai avuto nessun rapporto, neppure casuale. Dietro Gianroberto Casaleggio c’è solo Gianroberto Casaleggio. Un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta forse anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive. Sono stato definito il piccolo fratello di Beppe Grillo, con riferimento al Grande fratello del romanzo 1984 di George Orwell. È evidente che non lo sono. La definizione contiene però una parte di verità. Grillo per me è come un fratello, un uomo per bene che da questa avventura ha tutto da perdere a livello personale. Per il resto, Honi soit qui mal y pense (sia svergognato colui che pensa male) . Insieme hanno cambiato la geografia politica del paese. Casaleggio è stato il primo ad immaginare e a saper usare la rete per creare non solo una comunità ma il consenso. L’idea chiave quella del web come intelligenza collettiva, produttrice di cambiamento. La sua vita fino a qualche anno fa non contemplava la politica. Gli inizi negli anni ottanta, universo Olivetti. Poi altre esperienze fino alla nascita della Casaleggio Associati: consulenza aziendale su organizzazione di rete, modelli di web marketing. Un modo nuovo e inusuale di fare politica e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella definisce Casaleggio un intellettuale innovativo e appassionato protagonista. Il guru dei cinque stelle è stato soprattutto un visionario con un il sogno di creare una democrazia diretta che elimini tutte le barriere tra cittadino e Stato.
edito dal Quotidiano del Sud