Caso Mancini, la lettera aperta dei docenti

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“Il 3 novembre c.a. la Procura di Avellino appone i sigilli al Liceo Mancini con la seguente motivazione:“sequestro preventivo per motivi di sicurezza”. Da lunedì 6 novembre, 1219 alunni con i loro docenti, il personale Ata dell’Istituto e la Dirigente Scolastica sono senza sede. Da questa data la Provincia, nella persona del suo Presidente,il dottor Domenico Gambacorta,non ha ipotizzato alcuna soluzione alternativa alla proposta immediata dei turni pomeridiani.Il giorno seguente, la Dirigente scolastica, Silvana Nicolina Agnes ha partecipato ad un incontro con la Direttrice dell’A.T.P. di Avellino, la dott.ssa Rosa Grano, e con l’Assessore, Gerolamo Giaquinto, in qualità di rappresentante della Provincia, senza che l’incontro abbia avuto un esito risolutivo.

Silenzio da parte di tutte le istituzioni preposte fino al 14 novembre, quando è stata convocata una riunione tra i Dirigenti di alcune scuole, il Presidente della Provincia e il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, la dott.ssa LuisaFranzese,durante la quale i Dirigenti scolastici hanno comunicato la disponibilità di aule nei rispettivi istituti, da potersi utilizzare esclusivamente in orario pomeridiano, distribuendo la popolazione scolastica del liceo “Mancini” in ben cinque plessi e dislocandogli uffici di Presidenza e segreteria presso alcuni locali dell’A.T.P. di Avellino.

Questa soluzione comporta l’impossibilità di realizzare il Piano dell’Offerta Formativa del Liceo, approvato dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio d’Istituto, in linea con le indicazioni vincolanti della Legge 107, e sulla base del quale gli studenti si sono iscritti a questa scuola.

Segnatamente, diventano impraticabili le seguenti attività caratterizzanti l’offerta formativa:

– l’alternanza scuola-lavoro, il cui monte orario obbligatorio è stabilito dalla legge e non è passibile di riduzione, pena la compromissione della prova dell’Esame di Stato degli studenti coinvolti;

– i corsi di recupero e gli sportelli didattici a cui la scuola è tenuta per obbligo di legge e che assolvono la funzione fondamentale di realizzare l’inclusione scolastica;

– le attività d’indirizzo del Liceo Matematico realizzate con il contributo delle famiglie e istituito con il partenariato dell’Università degli Studi di Salerno;

– l’ampliamento dell’offerta formativa (corsi di lingua, d’informatica, di diritto ed economia, di domotica e robotica, partecipazione alle Olimpiadi di italiano, matematica, fisica, chimica, astronomia, filosofia);

– le singole iniziative di approfondimento disciplinare promosse dai dipartimenti, rivolte agli alunni e ai docenti;

– le attività finalizzate all’inclusione e alla sperimentazione di strategie di didattica attiva;

– le attività legate alla flessibilità organizzativa e didattica;

– i laboratori di potenziamento delle competenze linguistiche e logico-matematiche funzionali alla buona riuscita delle Prove Invalsi, nonché la somministrazione delle stesse in mancanza di laboratori informatici;

– la formazione obbligatoria dei docenti, legata al piano di formazione triennale di Istituto e al Piano triennale della rete di ambito, con grave lesione del diritto-dovere dei singoli docenti alla formazione e dell’opportunità della scuola di formare referenti esperti delle diverse aree;

– la progettazione a valere su PON e su bandi MIUR per l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (alcuni progetti già finanziati);

– il Piano Lauree Scientifiche (PLS), che ha in essere accordi e convenzioni con l’Università finalizzate all’orientamento in uscita degli alunni e alla formazione/aggiornamento dei docenti;

– le attività di orientamento in ingresso e in uscita;

– l’attuazione del Piano di Miglioramento.

Occorre evidenziare che un’alta percentuale (pari al65%) dell’utenza scolastica del liceo “Mancini” proviene dai paesi della provincia di Avellino; questi studenti saranno impossibilitati persino alla frequenza curricolare, in quanto il sistema dei trasporti locale non garantisce corse regolari durante l’orario pomeridiano e serale, e dovranno così rinunciare alla scelta del proprio percorso formativo.

Tutto ciò comporterà un esodo massiccio degli alunni verso altri istituti e dunque la progressiva scomparsa del liceo con conseguente perdita di posti di lavoro di gran parte del personale docente ed ATA.

Si sottolinea, infine, che le disposizioni contestate costringono la scuola a disattendere le richieste e la buona fede delle famiglie, deprivando, inoltre, la stessa delle funzioni che si configurano come obblighi di legge.

Ciò premesso,

CHIEDIAMO

– la garanzia ufficiale di una riallocazione del Liceo in un’unica sede in tempi utili per garantire l’avvio del prossimo anno scolastico 2018-2019;

– la disponibilità immediata, per far fronte all’emergenza, di una sistemazione logistica che consenta la ripresa dell’attività scolastica in maniera completa ed articolata, anche attraverso la ricognizione di tutto il patrimonio scolastico cittadino, nel confronto con l’organico di fatto dei diversi istituti.

In aggiunta a quanto illustrato, desideriamo sottolineare che durante lo scorso anno scolastico, verificatasi un’analoga situazione per un altro istituto superiore cittadino, è stato convocato in tempi brevi un tavolo di concertazione di tutte le componenti istituzionali preposte al settore Scuola. Le stesse hanno elaborato un piano di razionalizzazione della rete scolastica garantendo a tutti, attraverso lo spostamento di quattro istituti superiori di Avellino, un regolare svolgimento dell’anno scolastico assegnando ad ognuno una propria sede, senza ipotizzare né doppi turni né lezioni esclusivamente pomeridiane. In quell’occasione il Presidente della Provincia, il dott. Gambacorta, dichiarò pubblicamente l’incompatibilità dei doppi turni con l’attività didattica.

La soluzione attuale proposta dalle istituzioni competenti per la sistemazione del “Mancini” decreterebbe, invece, la fine di un liceo che ha una storia, che è un valido competitor a tutti i livelli, dove si lavora con impegno e dedizione per la formazione dei futuri cittadini.

I nostri studenti vogliono tornare a scuola, vogliono studiare, consapevoli che solo la cultura può offrire loro una chance. Sono la parte migliore del nostro paese, la nostra speranza, il nostro futuro che rischia di essere cancellato da una politica miope. Il diritto allo studio,garantito dall’articolo 34 della Costituzione Italiana, in siffatta condizione rischia di essere gravemente leso.

Noi docenti, infine,chiediamo di veder ripristinato il nostro diritto al lavoro, in una situazione didatticamente consona, e soprattutto nel rispetto della nostra dignità.”