C’è voglia di Dc

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1989

Mai, come oggi, la politica è arrivata ad un punto così basso di degrado da far rimpiangere la prima Repubblica e i partiti che ne facevano parte, a cominciare dalla Democrazia Cristiana e dallo stesso Partito Comunista! La situazione è imballata. Una maggioranza: M5S e PD + Italia viva e Leu che non hanno fra loro nulla. Il M5S è allo sfascio, più che dimezzato nei voti e diviso, fra espulsioni e divisioni – al limite della scissione- fra l’ala movimentista di Di Battista e quella governativa di Di Maio, tra movimento e partito. Il PD – o quello che resta del fallito tentativo di unificare i riformismi cattolico-popolari e socialisti- stenta a trovare gli ideali perduti e, guidato da onesti funzionari più attenti all’oggi che al domani tarda a riprendere i voti di prima dell’unificazione anche se solo in parte. Renzi è tutto meno che uno statista e si dibatte per il suo piccolo spazio vitale menando fendenti più a Conte che alle opposizioni. Il partito degli onesti Bersani e Speranza è poca cosa e non riesce a far breccia nel popolo degli ex comunisti.

In questa situazione, resa drammatica dalla pandemia, il modo di far politica non cambia di una virgola e i mediocri personaggi che calcano la scena si muovono più per squallidi interessi di bottega che per il bene del Paese. In questo contesto torna in campo Berlusconi, che sa fare molto bene i suoi interessi e quelli delle sue aziende, e approfittando tardivamente dell’invito del Capo dello Stato Mattarella, offre una collaborazione “istituzionale” (come ha scritto ieri sul Corriere) rimettendo al lavoro il buon Gianni Letta dai passi felpati e lesti per contribuire a scrivere la legge di bilancio secondo i suoi interessi e quelli degli “amici” incassando anticipatamente, la ricompensa sotto forma dell’approvazione dell’emendamento salva Mediaset. Fa finta di spaccare il centro destra ma non rinnega l’alleanza e, alla fine, riuscirà – come sempre- a portare a casa il miglior risultato possibile fregandoli tutti.

Il PD sta al gioco ed anche Di Maio, al solo scopo di salvare un’alleanza che, al Senato, si regge per pochi voti. Intanto si comincia, sui s giornali e nelle televisioni Mediaset  ad accreditare la voce di una possibile rilegittimazione di Berlusconi, che molti hanno dimenticato essere un pregiudicato e condannato definitivo per frode fiscale, un plurinquisito salvato in tanti processi per leggi ad personam e prescrizioni, un pessimo Presidente costretto ad uscire dal governo per la porta di servizio, uno che è riuscito- senza che i suoi deputati e senatori ne avessero un seppur minimo  pudore, a votare Ruby rubacuori, una poco di buono che allietava le sue serate  di bunga bunga, come la nipote di Mubarak, pur essendo marocchina. I suoi giornali e le sue televisioni lo accreditano perfino come candidato al succedere al Presidente della Repubblica Mattarella. A questo è arrivata la politica oggi: “O tempora o mores”!

Si avverte il bisogno e l’urgenza di un totale cambiamento che luna nuova legge elettorale e l’esperienza del Covid dovrebbe favorire e accelerare; la necessità di un forte partito di centro, moderato, europeista, che raccolga le esperienze del popolarismo cattolico, del volontarismo e dei migliori elementi della cultura e della società civile, che abbia un rivoluzionario progetto di sviluppo del Paese che corregga le storture di un globalismo di mercato, di disparità e di ingiustizie sociali implicite nel globalismo selvaggio. Insomma una nuova Dc che metta insieme le forze miglio del Paese a cominciare dal Presidente Conte che deve farsi avanti da subito senza aspettare lo sfilacciamento totale. Avremo modo di tornare sull’argomento perché la situazione attuale è priva si sbocchi e si tarda a prendere le necessarie iniziative.

di Nino Lanzetta