Celebrare il genio di Dante Alighieri, l’Irpinia si mobilita

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Celebrare il genio di Dante Alighieri facendo risuonare i suoi versi nello spazio virtuale dei social, da un post sulla terzina dantesca alla declamazione di un canto dell’Inferno, fino ad uno scatto che racconti il rapporto con il poeta. E’ l’idea lanciata dall’Accademia della Crusca, insieme ad altre istituzioni come la Società Dante Alighieri, la Società Dantesca, l’Associazione degli Italianisti e la Società italiana per lo studio del pensiero medievale in occasione del 25 marzo, giorno, riconosciuto come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Annullati confronti e dibattiti programmati prima che esplodesse l’emergenza Covid 19, la celebrazione si trasferisce in Rete. Una mobilitazione che vede protagoniste le scuole e appassionati di poesia. Il poeta Domenico Cipriano sottolinea come “Il Dantedi diventa l’occasione per ritrovarci uniti nella celebrazione di uno dei padri della nostra patria e ribadire come la cultura continui ad essere uno strumento di resistenza e di riflessione interiore, uno spazio per conservare la nostra umanità, per testimoniare la nostra presenza, in un tempo in cui l’unica forma di salvezza è restare uniti. Una mobilitazione che si carica di un valore più forte nel momento in cui sono coinvolte le scuole”.
“L’emergenza – spiega il professore Paolo Saggese, dirigente scolastico – ha costretto a rivedere le attività programmate per il Dantedi. I miei docenti sono comunque a lavoro per celebrare Dante Alighieri e il suo contributo decisivo alla storia culturale e nazionale attraverso strumenti dedicati alla didattica a distanza. Avere un contatto costante con gli alunni, anche attraverso attività come queste, può aiutarli a superare questo momento di difficoltà. Leggere il verso di un autore, interrogandosi sul significato della letteratura nazionale è un modo per ricordare ai ragazzi e alle loro famiglie che quella che stanno vivendo è una parentesi, perché torneremo alla vita normale e riprenderemo un percorso che non si è mai interrotto”. “Anche “reclusi a casa” per una giusta causa, senza possibilità di incontrarci e guardarci negli occhi, – spiega la professoressa Mara Lo Russo, docente al liceo classico Virgilio – sarà bello celebrare il Dantedì con i mezzi che abbiamo a disposizione, sollecitando in particolar modo i ragazzi, smarriti più di tutti, in questa selva oscura dell’emergenza da coronavirus. Non solo perché è un doveroso omaggio al padre della nostra lingua (il 15% delle parole ancora oggi in uso è da attribuirsi a lui) e della letteratura, ma è soprattutto un riferimento decisivo per la nostra unità nazionale, aspetto da rinsaldare quotidianamente. Nella sua “Commedia” si possono incontrare idealmente tutti gli italiani, sia quelli che lo hanno studiato più o meno approfonditamente sia quelli che, inconsapevolmente, ne usano alcune espressioni diventate proverbiali. Dante ci parla ogni giorno, specialmente quando si indigna contro il malaffare, la corruzione, l’arroganza e la prepotenza de “la gente nova e de subiti guadagni”, contro la vigliaccheria di chi non prende mai posizioni per uno squallido tornacontismo. E poi come non celebrarlo anche solo per la potenza della sua poesia, che in modi diversi, a seconda delle situazioni, descrive tutte le sfumature dell’animo umano? Virgilio, Paolo e Francesca, Farinata, Ulisse, il Conte Ugolino, Catone etc.non sono solo personaggi incontrati in un viaggio ultramondano, sono parte del nostro mondo interiore. Togliamo quindi a Dante e al suo capolavoro la polvere, che una certa cattiva scuola gli ha fatto cadere addosso, e facciamolo rivivere anzi continuare a vivere proponendolo ai giovani in modo leggero, ma senza allontanare da lui la profondità, che da 800 anni esprime”.

“Dante Alighieri – spiega la professoressa Antonella Matarazzo, docente di letteratura italiana al liceo classico Colletta – incarna l’intellettuale capace di analizzare con lucidità il proprio tempo. In questo contesto storico così difficile, caratterizzato da un forte appello alla responsabilità diventa centrale riscoprire la sua figura, la forza dell’intellettuale capace di prendere posizione, espressione di una visione che potremmo definire olistica del sapere, capace di abbracciare linguaggi e discipline differenti. Il suo viaggio negli abissi è poi un viaggio nella propria coscienza a cui tutti siamo chiamati, ricostruendo la propria esperienza in relazione a quella di tutti”. “Il Dantedì – spiega Margherita Faia, docente del liceo scientifico Mancini – si configura come un’ occasione significativa per sottolineare che la scuola c’è per condividere con i propri studenti, sui social o sulle piattaforme, il valore assoluto di Dante Alighieri, che si eleva a modello indiscusso e insostituibile non solo sul piano linguistico e letterario, ma anche su quello etico del rigore morale, della coerenza, dell’onestà intellettuale, del sacrificio di chi dovette subire il patimento di un ingeneroso esilio. Dietro Dante pellegrino, che ascende lungo i tre regni ultraterreni nella Divina commedia, si configura l’umanità tutta, traviata dall’ error, raminga a causa dei propri peccati. E l’attinenza con la realtà che oggi il mondo sta vivendo c’è tutta, senza nemmeno dover operare forzature. Dante, soffrendo e ravvedendosi, riesce a giungere in Paradiso, configurabile come uno stato di grazia, che è il medesimo, in termini metaforici, a cui tende l’umanità intera oggi. “E quindi uscimmo a riveder le stelle”: ecco la speranza che non dobbiamo mai smarrire; anche il tunnel più cupo termina con il conforto del tremore delle luci sante nella notte di un tempo surreale”.
A raccontare le emozioni trasmesse da un poeta come Dante anche gli studenti. Per Guido Verosimile della V B del liceo Mancini: “Viaggiare con Dante mi ha insegnato che dietro ogni persona c’è una storia tortuosa a noi ignota ma spesso si presenta ai nostri occhi marchiata dal giudizio comune, soltanto con un’etichetta affibbiatagli dopo il più grande errore o la più bella soddisfazione. Ci insegna, tappa per tappa, a scavare nell’animo di tutti”. “A distanza di più di settecento anni – scrive Nives Canonico della V B del liceo scientifico Mancini – l’eco dantesco risuona forte e disperato nella realtà che ci troviamo fortuitamente a sperimentare. In un momento in cui la nostra terra sembra più che mai una “nave sanza nocchiero in gran tempesta”; la riscoperta dei classici, della parole che inebriano l’anima, la concessione di quel nostro tempo alla lettura trascinante del sommo poeta, che tanto ci ha resi noti “per mare e per terra”, è salvagente per risalire a galla, per “sta come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar di venti”. Ora che tace ogni battaglia fraterna, che abbiamo abbassato le insegne di guerra per combattere contro un nemico comune; adesso che abbiamo ascoltato il grado di chi già in passato aveva predetto ciò che sarebbe stata la continua smania di supremazia, oggi Dante è più attuale che mai”. Per Marcello Capobianco della V B “Viaggiare con Dante a scuola mi ha permesso di immergermi in una cultura sconfinata. Cultura che non è circoscritta all’inchiostro sbiadito o alla carta consumata della centenaria ‘Divina Commedia’, perché a distanza di secoli è ancora piena di vita e di attualità. Il viaggio di Dante riguarda lo smarrimento e la ricerca della “salus” (ossia della salvezza); il poeta fiorentino, armato del suo bagaglio culturale e umano, incomincia a percorrere un cammino incerto portando così speranza nei cuori di tutti gli uomini. La cultura è l’unico mezzo che ci permette di andare avanti, anche se il cammino è incerto”. Per la 4H “Il viaggio di Dante è un viaggio nell’umanità, nelle mille forme in cui si manifesta l’animo umano e che ci aiuta a comprendere, in questo nostro percorso terreno, quali effetti abbiano i comportamenti nel bene e nel male sugli altri e sui noi stessi. La riflessione, in questo terribile momento storico di sospensione, sullo smarrimento dell’uomo è l’opportunità per l’umanità di abbandonare la via della corsa al potere e del vuoto materialismo per quella che secondo la legge del contrappasso conduce ad una comunità globale solidale, ricca di profonda spiritualità”