Chiusura centri di accoglienza: licenziati i lavoratori, dubbi sul contratto

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Dopo la chiusura di alcuni Centri di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale nella provincia di Avellino, che ha testimoniato un fortissimo ritardo culturale nel territorio ed una serie infinita di inadempienze da parte di alcune istituzioni, si appalesa adesso l’altra faccia della medaglia: il licenziamento degli operatori che fino al 22 febbraio hanno prestato servizio a vario titolo nei centri per conto della Cooperativa Inopera, peraltro coinvolta in note vicende giudiziarie ed attualmente commissariata.
Si tratta di 37 tra mediatori culturali ed operatori sociali che il 22 febbraio hanno ricevuto una lettera di licenziamento per “giustificato motivo oggettivo” essendo venuto meno anticipatamente il contratto tra Prefettura di Avellino e la Cooperativa.
E proprio sulla motivazione addotta per il licenziamento che si punta l’attenzione in quanto i lavoratori sostengono che tra la Prefettura di Avellino e la Cooperativa non si sia mai perfezionato formalmente un contratto a far data dal 1 ottobre 2015.
Se tale affermazione rispondesse al vero si tratterebbe di una situazione particolarmente grave sulla quale lavoratori e sindacato intendono vederci chiaro al fine di scongiurare il licenziamento.
Peraltro, nel 5° bando di selezione per accordo quadro scaduto lo scorso 2 febbraio non era inserita la clausola sociale che poteva prevedere l’obbligo per le ditte subentranti di dover assumere i lavoratori già in servizio al momento dell’interruzione dell’affidamento.
Una matassa che solo gli organismi e le società chiamate in causa (Prefettura di Avellino e Cooperativa Inopera) possono sbrogliare e per la quale nelle prossime ore saranno avviate le relative formali richieste di accesso agli atti a tutela dei posti di lavoro dei 37 licenziati nelle ultime ore.
Il Segretario Generale
Marco D’Acunto