Coltivazioni distrutte da bovini allo stato brado: la “rivolta” ad Aquilonia

Le denunce fino ad ora non sembrano aver cambiato le cose. La vicenda in mano ai legali. Le richieste di intervengo fino al ministero della Salute

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Non solo i cinghiali tolgono il sonno ai proprietari di terreni agricoli. Ci pensano anche i bovini a irrompere nei fondi e a provocare danni. Tanto che diversi titolari di aziende agricole di Aquilonia si sono affidati ad uno studio legale di Montella per poter uscire da un vero e proprio incubo.

Questi imprenditori agricoli sono specializzati nella coltivazione di cereali e foraggio, oltre che all’allevamento di bovini.  «Da diversi anni – riferisce l’avvocato Rocco Bruno all’ Asl di Avellino, all’assessorato regionale alla sanità, al ministero della Salute e al Comune di Aquilonia – le loro coltivazioni vengono sistematicamente distrutte dai numerosi capi di bestiame, sempre in prevalenza bovini, di proprietà di un altro allevatore».

Gli animali vengono lasciati allo stato brado, e capita anche si avvicinino alle stalle degli altri allevatori, danneggiando le recinzioni e quel che trovano al loro passaggio. Si tratta di un numero rilevante di animali che pascolano liberamente, circa un centinaio.

Le ripetute richieste al proprietario di questi animali e le denunce ai carabinieri non avrebbero sortito alcun effetto, fino ad ora. Di qui la nota inoltrata dal legale degli allevatori ormai disperati, per chiedere anche i necessari accertamenti sanitari sui capi, sul loro censimento, sulla regolarità del pascolo. Alla nota del 22 febbraio è seguita quella del dieci marzo scorso, indirizzata al Prefetto di Avellino, al Comando provinciale dei carabinieri e alla Questura. Anche qui si fa riferimento all’urgenza della questione,  che viene denunciata ormai da anni.

E’ un’accorata richiesta di intervento, anche alla luce del grido d’allarme di uno degli imprenditori agricoli, che testuale, parla di «situazione drammatica, perché le bestie continuano, giorno e notte, a distruggere tutto, e nessuno alza un dito. Adesso è un periodo molto importante per i prodotti della terra. Se passa un’altra settimana così il raccolto è compromesso».

La tensione è alle stelle, e proprio in nome della legalità e della tutela della pubblica e privata incolumità gli avvocati Bruno e Pennella chiedono alle autorità competenti di intervenire, per scongiurare conseguenze drammatiche. Che la misura sia colma, per i titolari delle aziende colpite, è un fatto ormai acclarato.