Comunicare conta più di fare politica

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In passato non avevamo mai assistito ad una campagna elettorale così aggressiva, dura e, a volte, perfino, volgare fra due partiti che si rimbeccano tutti i giorni ma che sono alleati di governo e hanno fatto passare insieme leggi e provvedimenti indegni di una democrazia liberale come la chiusura dei porti il sequestro di navi italiani (con a bordo cittadini stranieri ed italiani), il decreto sicurezza, la criminalizzazione dei migranti (cinquecentomila illegali da espellere nel primo mese di governo che poi si scoprono essere solamente novantamila), la “illegittima” difesa (censurata da Mattarella), la fomentazione della paura e dell’odio razziale (vedi, i manifesti inneggianti al fascismo e i raid dei fascisti di Casa Pound. Dopo un anno di governo assieme nel quale Di Maio è stato lo strapuntino dal quale è spiccato in volo il Salvini dalle cento felpe e della propaganda, il M5S ha scoperto le profonde differenze che li dividono e, per non perdere altri voti, ha aumentato i toni e la violenza delle accuse verso la Lega. Qualcuno sostiene che sia il solito gioco delle parti; molti altri, invece, che le differenze sono incolmabili e che dopo le elezioni europee non si potrà andare più avanti e si andrebbe ad elezioni perché Salvini vorrà accomodarsi alla cassa. Altri ritengono che se non sarà Salvini a staccare la spina ci penseranno i mercati e la crisi dell’economia che non appare destinata a bloccarsi. Ma c’è un’aggravante in questa battaglia mediatica che sta tutta non solo sulla violenza dei toni ma anche e soprattutto sulla falsità del linguaggio politico. Non si parla mai di Europa, di quale Europa si desideri costruire e meno che mai dei problemi economici ma dei temi della cronaca interna che cambiano settimana dopo settimana. Oggi infuria una polemica violenta ed ultimativa sulle dimissioni del sottosegretario Siri della Lega, indagato per corruzione, cui fa da contraltare la richiesta delle dimissioni di Raggi, “incapace di guidare una città come Roma”. Ma non vengono risparmiati neanche i temi del 25 aprile, della mancata presentazione di Di Maio al Consiglio dei ministri per partecipare alla trasmissione di Floris e il provvedimento salva “Roma”. Ogni giorno una croce: perfino il divieto del Sindaco di Trieste di far partecipare gli africani alla maratona della città. La comunicazione è l’interfaccia della politica che i nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno trasformato radicalmente e che riflette le relazioni che intercorrono tra le Istituzioni politiche (il governo, i partiti ecc.) i cittadini e i mass media. I messaggi possono anche essere enfatizzati ma non dovrebbero mai essere falsi narrando una realtà completamente diversa in modo a volte platealmente ingannevole. Anche nel marketing commerciale la pubblicità, per legge, non deve essere ingannevole, figuriamoci in politica. Il messaggio dovrebbe corrispondere almeno ad un minimo di sincerità. Invece assistiamo ad una perenne campagna elettorale fatta da professionisti che guidano i politici, scrivono loro i discorsi e le risposte, ne curano gli atteggiamenti, cercano di valorizzare l’aspetto personale. A loro volta i politici al governo controllando i mas media perfino i telegiornali e le trasmissioni di informazione. Sarebbe troppo pretendere che il messaggio politico corrispondesse al loro pensiero intimo e alle loro vere intenzioni, che i progetti ed i programmi fossero comprensibili e chiari. “I’ mi son un che, quando/ Amor mi spira, noto, e a qual modo / ch’ e’ ditta dentro vo significando” scriveva il padre Dante nel canto XXIV del Purgatorio. La comunicazione è la forma nella quale si esprime la politica, che è la sostanza. Deve essere fedele e corretta anche se la politica non è poesia, non deve essere spudoratamente mendace e menzognera e non deve sviare gli elettori dalla conoscenza dei problemi che si sottopongono al loro voto. Il 26 maggio si vota per rinnovare il parlamento europeo. La Lega e Il M5s dovrebbero illustrare all’elettore il loro concetto di Europa. Invece tutto fanno fuorché un’in – formazione minimamente corretta. La Lega dice che vuole capovolgere i rapporti di forza e “buttar giù” l’attuale maggioranza che impone agli Stati membri austerità, veti e limiti di ogni genere. E’ alleata con altri partiti sovranisti e lavora per un’Europa che invece di aumentare autonomia politica deve cederla tutta agli stati sovrani, unici artefici delle loro scelte politiche ed economiche. Vogliono rafforzare i confini, abolire il trattato di Maastricht sul rapporto deficit/Pil e sul debito pubblico, tra i più alti del mondo e per il quale si pagano interessi da due finanziarie all’anno, limitare la politica economica della BCE, perfino uscire dall’euro e anche dalla stessa Comunità. Altro che più Europa, maggiore integrazione politica, gestione comune della relazioni fra gli Stati, Difesa, politica economica e monetaria. Il M5s non sa bene cosa vuole: una volta voleva uscire dall’euro, oggi non più ma le sue proposte non si conoscono perché non ne hanno. Altro che Europa libera e unita, sogno di Spinelli, Rossi e Colorno del manifesto di Ventotene! Lo dovrebbe fare il centrosinistra in tutte le occasioni invece di polemizzare con il partiti giallo/verdi. Gli elettori hanno il diritto di sapere prima di votare, i partiti il dovere di una corretta informazione!

di Nino Lanzetta