Con l’Irpinia nel cuore 

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Non ha mai fatto mistero di avere l’Irpina nel cuore. Mi disse un giorno, mentre in elicottero sorvolavamo i paesi del “cratere”: “E’ stato colpito un territorio grande quanto il Belgio. Tornare alla normalità sarà davvero difficile, ma vedrai che ce la faremo”. Giuseppe Zamberletti era così, uomo di battaglie, mai vinto, mai piegato dalla rassegnazione, sempre pronto al dialogo con gli amministratori locali per dispensare loro suggerimenti, far sentire loro la presenza dello Stato. Si definiva un democristiano anomalo. “Un irregolare di Valmy, di quelli che andarono alla battaglia gridando ‘Viva la Nazione”, confessò un giorno a chi gli chiedeva della sua appartenenza politica. E pensare che il suo arrivo in Irpinia fu dall’inizio traumatico. “ La sera del sisma non volevano imbarcarmi sull’aereo: ‘Faccia la coda mi urlarono”. Alla fine riuscì a raggiungere Capodichino e da quel 25 novembre si confrontò con una delle più grandi tragedie moderne capitate al Sud Italia. Non senza momenti di grande amarezza. Come quando gli capitò di doversi scontrare con Ciriaco De Mita che non gradì che Zamberletti installasse il suo quartiere generale a Napoli, perché “temeva che venissi fagocitato dall’amministrazione comunista, guidata dal sindaco Valenzi e perdessi di vista le priorità”. La storia è avara di resoconti di verità, certo è che non si è mai saputo fino in fondo come finì che a Napoli fossero assegnati i fondi per la costruzione di ventimila alloggi. Probabilmente la partita fu giocata tutta in casa Dc, nel contrasto Scotti-Gava-De Mita. Forse a questo alludeva Giuseppe Zamberletti quando parlando di collegi elettorali disse: Io parlavo più con i sindaci che con i segretari di sezione. Non aspettavo le mediazioni di partito. Credo di aver trascurato un po’ i capibastone”. Pagine amare di un tempo passato, ma che consegnano alla nostra terra un uomo di azione, generoso, altruista e soprattutto padre di quella protezione civile che non sarebbe mai nata se lui non avesse intuito che contro il tremare della terra poco si può, ma tanto si deve fare per proteggersi.

di Gianni Festa