Concorso scuola, Uil: troppe contraddizioni. Basta col business dei crediti

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Non si fermano le polemiche sul concorso inserito nel Pnrr per reclutare nuovi docenti. Si sono concluse nelle scorse settimane le prove scritte con l’86,03% dei candidati ammessi alla prova orale, con il record del 92% nelle Marche. In Campania la percentuale degli ammessi all’rale è dell’84,81%, 24.731 candidati per un totale di 1649 posti tra primo e secondo grado. A sottolineare come non convinca affatto la formula scelta per questo concorso è Antonio D’Oria della Uil scuola “Lascia l’amaro in bocca che il concorso non sia abilitante, garantendo ai soli vincitori l’immissione in ruolo, senza nessun riconoscimentper gli idonei. La storia è sempre la stessa, assistiamo al business dei Cfu, passati da 30 a 60, quando dovrebbe essere l’Università a garantire agli studenti che si laureano la possibilità di accedere a questi crediti. Così da un lato contestiamo la legittimità di chi sceglie di conseguire le abilitazioni all’estero ma dall’altro permettiamo che si continui con questo commercio di punti legati ai cfu. Senza considerare che il percorso di reclutamento del personale cambia continuamente creando solo confusione tra chi vuole intraprendere questa professione, o chiedendogli di conseguire sempre nuove certificazioni. C’è bisogno, oggi più che mai, di una programmazione seria, chiediamo la regolamentazione dei percorsi abilitanti che possono rappresentare uno strumento utile per la mobilità anche per i docenti di ruolo ma soprattutto che gli insegnanti con tre anni di servizio possano accedere a concorsi riservati, in considerazione dei duecentomila di posti di lavoro ancora scoperti. Da anni la Uil si batte perchè l’organico di fatto sia trasformato in organico di diritto e perchè le assunzioni annuali diventino tempo indeterminato, riducendo il lavoro degli uffici degli ambiti territoriali e consentendo alle scuole di partire con organici al completo a settembre”